“Può succedere che diverse migliaia di persone rimangano all’improvviso senza medico di famiglia perché vengono azzerati i codici quando i corsisti diventano titolari a tempo indeterminato (si chiama “incarico di assistenza primaria a ciclo di scelta”)? In Lombardia sì”. Lo denuncia l’Ordine dei medici di Milano spiegando che tutto avviene a causa di un ‘cambio di codice’. “Un medico ad esempio subentrato come incaricato temporaneo al precedente, che si diploma e firma poi per diventare convenzionato in via definitiva, si vede di fatto e all’improvviso azzerare tutti i suoi pazienti, che nel frattempo aveva iniziato a conoscere dopo due o tre anni di visite. Durante il cambio di codice, chi è più lento a rispondere al messaggio inviato dalla Regione, chi è in difficoltà, chi è fragile, chi ha magari assistenti non avvezzi al burocratese e non ha accesso al cellulare dell’assistito, chi è all’estero per lavoro, si trovi ‘superato’ in velocita da coloro che cercano un nuovo medico di famiglia, in una specie di bislacca quanto inutile lotteria”.
Un “inghippo burocratico-informatico” che, spiega l’Omceo, “non solo sta lasciando centinaia di persone per strada, ma sta creando disagi anche alle farmacie di zona, dove ci si deve recare per provvedere al cambio codice, se non si è in grado di provvedere online. E soprattutto mentre c’è una campagna vaccinale ai blocchi di partenza”.
“Durante il loro periodo di formazione in medicina generale, alcuni medici hanno accettato, con grandi sacrifici, di aprire lo studio convenzionato per l’assistenza primaria – spiega nella nota il presidente dell’Ordine dei Medici di Milano
, Roberto Carlo Rossi –. Ora, molti di questi hanno presentato domanda per coprire le zone carenti e quindi svolgeranno la loro futura attività convenzionata di medici di famiglia senza soluzione di continuità con il lavoro già ben svolto a latere del triennio. All’atto dell’accettazione dell’incarico, però, il codice regionale viene cambiato e quindi le scelte dei cittadini loro pazienti vengono azzerate poiché il passaggio non è automatico, come ci si aspetterebbe”.
“Tale meccanismo è davvero incomprensibile ed iniquo – prosegue Rossi – perché i cittadini (compresi gli anziani, i disabili, i fragili) devono tutti riconfermare la scelta del loro medico, senza una valida ragione logica. Questo perché, nell’era dell’esordio dell’intelligenza artificiale, ci si ostina a non voler trovare una (banale) soluzione di carattere tecnico. Tra l’altro, i professionisti in questione si ritrovano non solo senza pazienti, ma anche, di conseguenza, a zero lavoro e zero compenso. Siamo di fronte a una negligenza, a una pigrizia, a una sciatteria, e a una totale assenza di rispetto sia per i pazienti (già in grandissima difficoltà) che per i medici del territorio, che già ora molti meno del necessario. È stato creato un problema sociale dal nulla, per una scelta sconsiderata ed incomprensibile”.
“Come Ordine – conclude il presidente dell'Omceo Milano – proprio nell’interesse dei cittadini nostri pazienti, chiediamo al più presto di porre rimedio a quanto in essere, al fine di non ostacolare la libera scelta del proprio medico di famiglia con inutili intoppi burocratici, proprio in un’epoca in cui molti pazienti rimangono privi del proprio medico di assistenza primaria ed in cui ci si lamenta e meraviglia che i medici non vogliano più ricoprire questo ruolo”.