È stato individuato in Sardegna, il virus dell'Ehd, la malattia emorragica epizootica del cervo, patologia simile alla Blue tongue, che colpisce i ruminanti.
Il patogeno, che si diffonde tramite gli insetti culicoidi, è stato individuato in alcuni capi bovini di aziende localizzate nel Sud Sardegna. La scoperta, da parte dei servizi veterinari territoriali, è stata confermata dal Centro di riferimento nazionale per le malattie esotiche di Teramo ed è stata al centro del vertice regionale che si è riunito il 9 novembre. All’incontro hanno preso parte i tecnici dell’assessorato regionale della Sanità e dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sardegna in collegamento con i tecnici del Ministero della Salute e del Centro di riferimento di Teramo.
Si tratta del primo focolaio relativo all’EHD rilevato in Europa, presente già da tempo in Nord Africa, da cui potrebbe essere arrivato veicolati dagli insetti trasportati nell’Isola dai venti dei deserti.
“L’individuazione del virus – spiega l’assessore regionale della Sanità,
Mario Nieddu – evidenzia ancora una volta la capacità del nostro sistema di sorveglianza e di monitoraggio sulle malattie e sul rischio epidemiologico. Sono già partiti i controlli, sugli animali e sugli insetti, per verificare la presenza del virus oltre l’area del focolaio”.
Il Ministero della Salute, in attesa di un quadro epidemiologico più puntuale, che sarà possibile solo dopo l’estensione dei controlli, ha disposto la chiusura totale, per un periodo tra le tre e le quattro settimane, alle movimentazione al di fuori dell’Isola e all’interno del territorio dei capi bovini, specie suscettibile al virus, in cui l’infezione, a differenza degli ovini e delle altre specie sensibili, può portare alle forme cliniche più gravi. Stop anche alla movimentazione dei capi ovini e degli altri ruminanti che possono essere comunque serbatoio dell’EHD, per cui, al momento,
non esiste un vaccino. Una decisione, quella presa da Roma, che sarà formalizzata nelle prossime ore dai tecnici della Regione. Consentita, in deroga, la sola movimentazione per la macellazione all’interno del territorio regionale.
“Indubbiamente la situazione è resa delicata dalla presenza di un virus su cui si sa ancora poco. Il primo passo sarà verificare la diffusione dell’infezione. Questo, così come prospettato dagli stessi tecnici del ministero, ci darà indicazioni sui tempi e sulle modalità di possibile riapertura alle movimentazioni”, ha spiegato ancora Nieddu.
Il primo caso in Europa - riferisce la Coldiretti - è stato riscontrato ad Arbus, nell'allevamento di
Michela Dessì, presidente di sezione Coldiretti.
Il virus dell'Ehd colpisce tutti i ruminanti domestici e selvatici in forma di malattia clinica nel bovino, mentre nell'ovino e caprino non riscontra nessun sintomo clinico anche se gli animali si infettano e possono diventare serbatoi dell'infezione. “Una nuova tegola pesantissima per la zootecnia sarda - commenta Coldiretti Sardegna - già penalizzata dal caro prezzi e dal nuovo macigno della lingua blu con sintomi e morti negli ovini e movimentazione possibile solo dopo l’esame della Proteina C reattiva (Pcr)”.
“Con questo nuovo virus - precisano da Coldiretti -, per il quale non esiste ancora vaccino, ci ritroviamo con il blocco totale della movimentazione fuori e all'interno della Sardegna (come deciso dal Ministero della Salute, e che sarà annunciato nelle prossime ore dai tecnici della Regione) per un periodo tra le tre e le quattro settimane, dei ruminanti che possono essere serbatoio dell'EHD ed in particolare dei bovini che a differenza della lingua blu (per il quale sono un serbatoio) sono la specie più suscettibile, con l'infezione, che a differenza degli ovini e delle altre specie sensibili, può portare alle forme cliniche più gravi. È invece consentita, in deroga, la sola movimentazione per la macellazione all'interno del territorio regionale”.
Paolo Mele, Presidente di Confagricoltura Sardegna infine sollecita al più presto un cordone sanitario attorno alla zona infetta “Sarebbe importante raccogliere più dati possibile dal selvatico con una serie di attività di sorveglianza passiva alla ricerca di carcasse da analizzare in laboratorio, da eseguire con il personale del Corpo forestale di Vigilanza ambientale e dell'Agenzia Forestas, nei macro-areali in cui si trovano cervi e daini, anche loro passibili di contagio" spiega chiedendo alla Regione di convocare un tavolo tecnico "con le organizzazioni di categoria agricola, le Asl territoriali, l'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, le università dell'Isola e i numerosi centri di ricerca del resto del Paese.
Un gabinetto di crisi regionale, insomma, che operi a stretto contatto con il ministero della Salute”.
“In poche settimane - prosegue Mele - siamo riusciti a collezionare tutte le peggiori emergenze di sanità animale dell’Ue: dal sierotipo 3 della Blue tongue nel comparto ovino, su cui non esistono vaccini, al primo caso di malattia emorragica del cervo in Europa, che porta anche al decesso dei bovini e in cui le pecore sono portatori del virus, passando per l'aviaria sbarcata nella colonia delle diverse specie di uccelli del parco cittadino di Monte Urpinu a Cagliari. Un livello di allarme rosso che vede la Sardegna sotto la lente di ingrandimento della sanità animale internazionale. Un quadro potenzialmente devastante che rischia di mettere definitivamente a terra il comparto ovino e bovino”.
Ma, occorre notare, anche in Lombardia
Letizia Moratti, poco prima di dimettersi,
aveva messo in guardia: “Senza creare allarmismi e senza ‘demonizzare’ gli animali, le dinamiche degli ultimi anni impongono un’attenzione particolare sulla fauna selvatica”.
Lorenzo Proia