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QS Edizioni - domenica 24 novembre 2024

Costi standard: la via per l’ottimizzazione delle risorse

16 ottobre - Per dare piena operatività ai costi standard in Sanità è indispensabile rispondere a tre quesiti: a cosa servono i costi standard in Sanità? Qual è il tipo di costo standard più adeguato per la Sanità? Infine, quali sono le regole fondamentali da rispettare per la determinazione dei costi standard? Ottimizzare le risorse è una esigenza della Sanità, ma soprattutto una mission urgente, per garantire migliori servizi e prestazioni a tutti gli attori del sistema.
 
Sul tema si sono confrontati i massimi esperti del campo sanitario, e l’occasione è stato il convegno nazionale Motore Sanità, all’interno del workshop “Costi standard: ottimizzazione delle risorse” a cui sono intervenuti Walter Bergamaschi, Direttore Generale Sanità della Regione Lombardia, Mauro Bonin, Dirigente Programmazione Risorse Finanziarie Regione Veneto, Paolo Di Loreto, Consigliere di Amministrazione dell’Istituto Superiore di Sanità, Adriano Lagostena, Direttore Generale Ospedali Galliera, Genova, Roberto Messina, Presidente FederAnziani, Alberto Pasdera, Studio Pasdera e Karin Bianchini, Ufficio Economia Sanitaria, Provincia Autonoma di Bolzano.
 
Con queste parole ha aperto il workshop Domenico Mantoan, Direttore Generale Sanità Regione Veneto. “I costi standard sono stati attesi per anni e considerati la soluzione per rendere più efficiente il sistema sanitario, in questo momento però sembrano passati di moda, tuttavia bisogna insistere affinché possano essere applicati, perché rimane l’unico sistema per poter superare il concetto dei costi storici e per permettere ai sistemi sanitari regionali di confrontarsi e di migliorarsi, soprattutto nell’interesse dei cittadini”.
 
Quali prospettive possibili di evoluzione del sistema sanitario? Secondo Walter Bergamaschi, Direttore Generale Sanità della Regione Lombardia “E’ importante definire i costi standard di prestazione in grado di misurare l’efficienza erogativa dell’offerta ed utilizzare i costi standard per determinare il fabbisogno effettivo del sistema e del gap rispetto al fondo sanitario. Tra i diversi interventi di riequilibrio, penso alla revisione dei Lea, alla compartecipazione e a manovre su acquisti”.
 
Secondo Alberto Pasdera, Studio Pasdera: “E’ necessario che ciascuna realtà conosca il valore di ogni singolo fattore produttivo utilizzato (costi) per ciascun episodio di ricovero e il relativo standard o benchmark. Questo permette al management di acquisire tutte le informazioni necessarie su dove si può agire per ridurre i costi recuperando efficienza”.
 
Adriano Lagostena, Direttore Generale Ospedali Galliera di Genova, nel suo intervento ha evidenziato come “l'applicazione dei costi standard nel sistema di budgeting in una realtà aziendale abbia permesso in poco tempo di rientrare in pareggio di bilancio”.
 
Infine, ecco l’intervento di Roberto Messina, Presidente FederAnziani. “La standardizzazione della spesa senza tenere conto dei costi effettivi allontana i pazienti al diritto alla salute e costringe i medici e i decisori politici regionali ad allontanare la legalità dall’eticità”.
 
 
 
Di seguito viene presentata la relazione conclusiva sui costi standard.
L'applicazione dei tagli lineari, che prevede la riduzione indistinta delle risorse e quindi un intervento privo di un'analisi contenutistica sui singoli fattori produttivi che intervengono in una prestazione/servizio, ha determinato devastanti effetti, che come esito finale ricadono direttamente sui cittadini, in termini di servizi e prestazioni, nonché sui livelli occupazionali. Uno degli ultimi esempi attuativi di una politica “a variazioni lineari”, nell'accezione negativa, è stata la recente spending review.
Il paradosso dei tagli lineari, che spesso si manifesta nell'impossibilità di avere reali effetti (si pensi ad un taglio lineare del 5% di una figura professionale), determina un'azione su tutti i fattori produttivi in modo indistinto stressando quelli con livelli di saturazione dell'efficienza, ingenerando in tal modo inefficienza. Se questo è lo scenario determinato dai tagli lineari, perché perseverare su questa strada? La risposta è semplice, perché è più facile.
 
E' possibile invece recuperare efficienza riducendo i costi senza danneggiare la qualità e la quantità delle prestazioni e dei servizi? La risposta a questa domanda esiste ed è affermativa e sta nell'applicazione di strumenti che consentono alle organizzazioni di poter costruire strategie “personalizzate” e quindi di reagire in maniera adeguata a politiche di tagli lineari, che intervengono indistintamente su tutto e tutti. Ma in che modo?
 
Grazie all'esperienza del N.I.San – che lavora su questi temi dal 2009 e che rappresenta la banca dati nazionale più aggiornata sui costi standard (circa 2 milioni di episodi di ricovero) - siamo riusciti a testare e verificare sul campo che lo strumento utile in questo senso alla governance di un'azienda è il budget delle attività strettamente correlato ai costi standard.
E’ necessario che ciascuna realtà conosca il valore di ogni singolo fattore produttivo utilizzato (costi) per ciascun episodio di ricovero e il relativo standard o benchmark. Questo permette al management di acquisire tutte le informazioni necessarie su dove si può agire per ridurre i costi recuperando efficienza. La rimodulazione degli interventi di taglio può avvenire in tal modo laddove esistono valori al di sopra dello standard.
 
Secondo gli esperti, questo processo consente all'azienda di non diminuire la produzione e quindi i servizi, ma di eliminare gli “eccessi” su tutti quei fattori produttivi che risultano con valori superiori allo standard di riferimento. Per fare ciò è necessario quindi conoscere prima di tutto i costi effettivi propri aziendali, attenzione non i costi generici, ma quelli dettagliati, cioè il valore di ogni singolo fattore produttivo (personale, farmaci, presidi, ecc...), di ogni singola attività (laboratorio, radiologia, ecc...) e, altrettanto necessario, per eliminare l'autoreferenzialità, confrontarli con la stessa unità di informazione, cioè con i costi standard sovraziendali (benchmark). Da qui la possibilità di calcolare il reale recupero di efficienza senza danneggiare la produzione, quindi i servizi e di conseguenza le necessità del cittadino.
 
Infine, alla domanda “quali sono le regole fondamentali da rispettare per la determinazione dei costi standard?”, la relazione del presente workshop indica una metodologia specifica e non una qualunque - l’HealthCare Patient Costing - da adottare. Tale metodologia è già adottata dai paesi più avanzati da tempo.
 
I punti fondamentali di tale metodo sono:
-la tecnica dell’HealthCare Activity-based Costing;
-il fatto di porre come fondamentale punto di riferimento il singolo specifico episodio di ricovero (o il singolo specifico percorso di diagnosi e cura integrato territorio-ospedale);
-il processo di determinazione dei costi deve partire e fondarsi sull’analisi organizzativa, al fine di determinare i costi per centri di attività.
16 ottobre 2013
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