15 ottobre -
La BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) è una condizione patologica cronica dell’apparato respiratorio caratterizzata da ostruzione al flusso aereo, cronica e parzialmente reversibile, cui contribuiscono in varia misura alterazioni dei bronchi (bronchite cronica), dei piccoli bronchi (malattia delle piccole vie aeree), e del tessuto polmonare (enfisema polmonare). Nella regione Veneto la prevalenza va dal 3 al 6% della popolazione generale. Oggi l’appello degli operatori sanitari arriva forte e chiaro. “E’ fondamentale fare conoscere l’esistenza di questa malattia nella popolazione generale ed aumentare la “funzione educazionale” sulla malattia da parte dei principali attori nella fase di diagnosi e di cura, vale a dire dei Medici di Medicina Generale e degli Specialisti Pneumologi, affinché sia maggiormente efficace l’azione terapeutica”.
Questo è il principale messaggio del Professor Franco Maria Zambotto, Primario della Pneumologia dell’ULSS 2 di Feltre e Presidente Regionale degli Pneumologi (AIPO), in occasione del Convegno Nazionale “ Motore Sanità” all’interno del workshop “Percorso diagnostico terapeutico della Bpco in Veneto” a cui sono intervenuti anche
Chiara Bovo, direttore Sanitario Ulss 20 Verona,
Maria Chiara Corti, Regione Veneto-Ulss 16 Padova,
Bruno Franco Novelletto, medico Medicina Generale SIMG Veneto,
Domenico Scibetta, direttore Sanitario Ulss 16 Padova e
Roberto Toffanin, direttore Sanitario Ulss 4 Thiene.
“Il Medico di Medicina Generale ha il compito, oltre che di diagnosticare e di trattare la malattia, anche di educare bene il paziente con BPCO – spiega il rofessor
Zambotto -, sia nell’osservanza di stili di vita raccomandati (non fumare, respirare aria buona, praticare regolare attività fisica e mangiare sano) sia di fornire indicazioni sull’utilizzo corretto dei devices respiratori; per parte sua anche il farmacista ha una mission educazionale nell’ambito del concetto di farmacia dei servizi, ossia consigliare e verificare periodicamente che il paziente segua la modalità corretta di assunzione dei farmaci. A questa figura professionale si aggiunge, infine, quella dell’infermiera educatrice, nuova figura di collaborazione nei nuovi gruppi di aggregazione funzionale dei medici di Medicina Generale. Tutto questo permetterebbe di aumentare l’efficienza terapeutica, di ridurre l’ospedalizzazione dei pazienti e di migliorare il livello della loro qualità di vita”.
A tale scopo nella Regione Veneto è in fase di generazione un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA). “Questo percorso serve a far sì che il paziente con BPCO riceva in ogni momento la terapia più adatta e sia seguito dall’operatore sanitario più competente con la garanzia della maggiore appropriatezza diagnostica, nonché terapeutica. Il risultato finale atteso – conclude Franco Maria Zambotto - consiste nel dare massima efficienza al rapporto di collaborazione tra i vari attori dello scenario sanitario con ricadute positive sia in termini di salute della popolazione sia in termini di controllo della spesa”.
All’interno del workshop è stato presentato anche un progetto innovativo. Si tratta di “MilleinRete-SIMG Veneto” ed è il progetto presentato dal Dottor Bruno Franco Novelletto, Medico Medicina Generale SIMG Veneto (Società Italiana di Medicina Generale). "L’impatto che la cronicità e le comorbidità hanno (in progressione con’età) sull’attività della Medicina Generale, e, più in generale, sul sistema delle cure primarie, è ben nota ai medici di famiglia; ma oggi la SIMG, con il database “MilleinRete”, è in grado di fornire i dati che sostanziano questo enorme carico di lavoro e di impatto sulla salute dei cittadini e sul sistema sanitario – spiega
Bruno Franco Novelletto -. Solo a titolo di esempio la media del numero di accessi in ambulatorio pro capite è passata da 8% nel 2006 a 11.3% nel 2011; ma se consideriamo ad esempio la popolazione ad alto rischio cardiovascolare le percentuali passano rispettivamente dal 16.3% al 22.05%!".
“MilleinRete-SIMG Veneto” è un database costituito dai dati contenuti nelle cartelle cliniche di 107 Medici di Medicina Generale, tutti utilizzatori del software gestionale “Millewin”, che assistono più di 150.000 persone "Questi medici utilizzano la cartella clinica informatizzata in modo professionale e la loro qualità di imputazione dei dati è risultata più elevata della media dei ricercatori che alimentano il data base nazionale della Società Italiana di Medicina Generale e la rete Health Search", sottolinea Novelletto.