toggle menu
QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Bono (M5S): “Chiamparino e Saitta vogliono uccidere il medico di territorio avvantaggiando i privati”

25 settembre - “La tesi che la delibera” che permette ai medici delle strutture private accreditate di fare prescrizioni per conto del Ssr “andrebbe incontro al cittadino, facilitato a non correre da un medico all'altro per prescrizioni, è una scusa e nasconde possibili rischi enormi per la tenuta del SSN”. Lo sostiene in una nota il consigliere del M5S Davide Bono, per il quale “non si deve bypassare la medicina territoriale cancellando il suo ruolo di figura fiduciaria dei cittadini, bensì potenziarla e migliorarla, rendendola finalmente attore centrale del SSN tramite la messa in funzione del Fascicolo Sanitario elettronico e verificando/remunerando il suo ruolo di reale promotore della salute dei cittadini e di controllore dell'appropriatezza dei percorsi di vita e degli inevitabili, occasionali, percorsi di cura”.

“Sempre più spesso – prosegue Bono - operatori sanitari, associazioni di categoria, cittadini e volontari si rivolgono al TAR per ottenere giustizia. Quanti ricorsi sono stati presentati nel corso delle ultime legislature regionali? Sicuramente troppi, e la Giunta Chiamparino segna il record. E' la fotografia plastica della distanza tra chi governa ed il paese reale. Emblematico il caso della DGR 40/2018 impugnata presso il Tribunale amministrativo da autorevoli sindacati medici (SMI e ANAAO) in quanto consentirebbe a medici di strutture private convenzionate di prescrivere visite, esami e farmaci”.

“La norma nazionale – afferma Bono nella nota - definisce chiaramente che i ricettari possono essere rilasciati solo ai medici dipendenti del pubblico e ai convenzionati e non ai medici delle strutture private benché convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale. Le norme nazionali definiscono le strutture private convenzionate come meri ‘erogatori’, ‘strumento complementare succedaneo’ della sanità pubblica e quindi al privato bisogna ricorrere quando il servizio pubblico è carente in alcuni settori.  I privati, legittimamente, mirano al profitto e seppur con un tetto di spesa sancito dalla Regione l'inappropriatezza prescrittiva, se non filtrata dai medici del territorio, sarà una possibile conseguenza con uno scivolamento verso esami più remunerativi e meno complicati. Il Medico di Medicina Generale invece viene pagato sul numero di pazienti e non sul numero delle prescrizioni e non può fare profitto”.

“Con la DGR di Saitta e Chiamparino - conclude il consigliere - l'erogatore privato diventa prescrittore di se stesso. Addirittura potranno prescrivere farmaci sul ricettario, cosa impedita ai medici dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale con conseguente rischio esplosione della spesa farmaceutica”.
25 settembre 2018
© QS Edizioni - Riproduzione riservata