“E’ stata un successo”. Così il Segretariato italiano giovani medici (Sigm) e la Società italiana medicina generale in formazione (Simgif) commenta la mobilitazione promossa ieri pomeriggio, in collaborazione coi Comitati Autonomi Regionali dei medici iscritti al Corso di Formazione in Medicina generale per sensibilizzare Governo, Parlamento e Regioni sulla necessità di valorizzare il ruolo dei medici iscritti al Corso di formazione specifica di medicina generale.
I giovani camici bianchi sono scesi in piazza Montecitorio per richiamare l’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica sulle condizioni di precarie in cui versano da anni, puntando il dito sulla “non ottimale” formazione e professionalizzazione e sulla “mancata valorizzazione” dei 2.400 corsisti titolari di una borsa di studio pari a 800 euro mensili e che “non garantisce nessuno dei diritti fondamentali”.
"Abbiamo registrato la disponibilità trasversale dei parlamentari" e "attenzione del Governo sulle criticità e sulle proposte dei giovani medici è stata dichiarata dal sottosegretario alla Salute, Adelfio Cardinale, che ha incontrato una delegazione dei manifestanti", riferiscono Sigm e Simgif.
Il Sigm, di concerto con il Simgif, ha inoltre chiesto ai parlamentari di concedere una formale audizione presso le Commissioni tematiche di Camera e Senato, nonché l’istituzione di tavoli tecnici in compartecipazione con le Regioni ed il Ministero della Salute.
Queste le richieste che i giovani medici vogliono presentare ai tavoli:
1) l’immediata detassazione della borsa di studio, al pari di quanto avviene per i medici specializzandi ed i dottorandi, e la revisione delle attuali incompatibilità con la frequenza del corso di medicina generale;
2) la valorizzazione del ruolo del corsista di medicina generale attraverso l’adozione di un contratto di formazione specifica di medicina generale, a fronte di un impegno dello stesso in attività professionalizzanti nelle strutture assistenziali del territorio;
3) l’uniforme adozione, all’interno di tutte le Regioni, di un sistema formativo professionalizzante performante, unitamente alla definizione di un core curriculum. Ed ancora, l’introduzione di standard e requisiti di qualità e l’adozione di relative modalità di monitoraggio, oltre che di verifica periodica della qualità della formazione.
“In sintesi – spiega una nota del Sigm e del Simgif -, i giovani medici di medicina generale chiedono maggiori riconoscimenti a fronte di maggiore responsabilità assistenziale all’interno del percorso formativo-professionale, il che si tradurrebbe nell’avere medici di famiglia meglio formati, con beneficio per la popolazione e con una migliore allocazione delle risorse da parte delle Regioni”.