“Sono perplesso se è solo questo che hanno saputo produrre e non cassare completamente la norma, palesemente anticostituzionale e ‘anti Medici’, che prevedeva la dicitura...o farmaco equivalente se di minor costo”. Così commenta il presidente dello Snami Angelo Testa la modifica del comma 9 art.11 del decreto sulle liberalizzazioni. Nelle
prime versioni del testo, infatti era previsto l’obbligo per il medico di indicare in ricetta l’eventuale esistenza del generico, se fosse costato di meno. L’ultima versione, pubblicata sulla Gazzetta, ha invece ammorbidito la norma nella misura in cui il medico ora dovrà segnalare in ricetta se un farmaco branded può essere o no sostituito con un generico.
Ma per lo Snami anche l’ultima versione del decreto pubblicato in GU non è soddisfacente. “Il dietro front non è completo – afferma Testa - così come la entità anticostituzionale e negativa della norma stessa e la unanime contrarietà degli addetti ai lavori avrebbero meritato. Quando non c'è beneficio alcuno per il SSN e per il cittadino, neanche dal punto di vista economico, sarebbe etico fare un passo indietro ‘completo’”.
“Allora - conclude il leader dello SNAMI - perché lasciare l'imposizione di scrivere sostituibile o non sostituibile e continuare a riempire la giornata del medico di burocrazia a discapito della clinica? Bastava dire ‘abbiamo sbagliato’, e avrebbero avuto il nostro completo apprezzamento. Francamente in questo frangente poco apprezzamento, molte perplessità e complessiva “disistima a metà’”.
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