Allarmi e voci di opposizione da parte dei sindacati di categoria si erano già alzati fin dall’approvazione del decreto legge da parte del Consiglio dei Ministri il 25 maggio. Ed erano continuati nei giorni successivi, mentre la manovra passava dal tavolo di Palazzo Chigi a quello del Quirinale per l’esame del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che tuttavia, per la sanità, non ha preteso modifiche alle norme decise dal Governo.
Ora che il testo è in Gazzetta Ufficiale (qui una sintesi dei contenuti) e in vista della discussione Parlamentare, i professionisti della sanità sono pronti a scendere in piazza per chiedere, compatti, la modifica di alcuni provvedimenti ritenuti iniqui e dannosi per i professionisti quanto per la sanità pubblica.
Domani, 4 giugno, nella sede romana della Cimo-Asmd, è in programma una riunione dell’Intersindacale medica, veterinaria, sanitaria e amministrativa contro quella che l’Anaao Assomed definisce “una mannaia sui medici”, in cui “la parcella della cattiva gestione della politica viene messa in conto a chi è impegnato per servizi migliori e meno costosi”. E c’è anche il rischio, secondo la Fp Cgil Medici, che i provvedimenti contenuti nel decreto creino “una miscela esplosiva che nei prossimi due anni potrà determinare nella sanità pubblica una carenza complessiva di 12.000 medici, e il taglio del 10% delle prestazioni mediche erogate ai cittadini. Ancora più grave la situazione sarà nelle Regioni soggette ai piani di rientro – Lazio, Campania, Molise, Calabria, Abruzzo e Sicilia – dove il blocco del turn over è spesso totale”.
Ancora più direttamente colpita dal decreto è la farmaceutica. Per questo Federfarma ha convocato d’urgenza lunedì 7 giugno l’Assemblea Nazionale a Roma per decidere quali iniziative adottare per ottenere modifiche al testo della manovra varata dal Governo “che, così com'è formulata, è iniqua e insostenibile per le farmacie”. Infatti, spiega la Federazione dei titolari di farmacia, “oltre a subire per la loro parte il peso delle misure - come la riduzione dei prezzi dei farmaci generici - che si spalmano sull'intera filiera del farmaco (industrie, grossisti, farmacie), le farmacie dovranno, da sole, contribuire al contenimento della spesa farmaceutica con una misura posta unicamente a loro carico: il taglio del margine dei grossisti si scaricherà interamente sulle farmacie e costerà alle farmacie oltre 420 milioni di euro l'anno”. I nuovi tagli, avverte Annarosa Racca, presidente di Federfarma, “costituiranno un forte ostacolo alla prosecuzione del servizio, le piccole farmacie chiuderanno subito, quelle più grandi per sopravvivere saranno costrette a tagliare drasticamente i costi, a partire da quelli per il personale”.
Contro la manovra è già in agenda, per il 12 giugno, lo sciopero della Cgil, anche nella sua componente medica. Ma nei prossimi giorni il calendario delle proteste da parte dei professionisti della Sanità potrebbe diventare molto più lungo.