“Soffro d’ipertrofia prostatica benigna e non riesco più a vivere l’intimità con mia moglie”; “Riuscirò a riavere una vita sessuale dopo un intervento di tumore alla prostata?”; “Come posso dire alla mia compagna che devo subire un intervento di resezione della prostata e che cosa ne sarà di noi, dopo?”. Sono tutte domande che è difficile rivolgere ma anche a cui non è semplice rispondere: perfino se si è navigati specialisti.
Ecco la ragione per cui ieri poemriggio, nel corso del XII Congresso Nazionale UROP (Urologi Ospedalità Gestione Privata) che si sta svolgendo presso l’Università Statale di Milano, si è messo in atto un insolito corso, dall’eloquente titolo “Sesso e parole”, tenuto dalla Dottoressa
Raffaella Balestrieri, psicologa, sessuologa e docente presso l’Università degli Studi di Milano e dalla Dottoressa
Gaia Polloni, psicologa, psicoterapeuta e sessuologia.
Il corso in programma al Congresso, presieduto quest’anno dai Professori
Luca Carmignani e
Ottavio De Cobelli (rispettivamente Responsabile U.O di Urologia presso l’Irccs Policlinico San Donato e Direttore della Divisione Universitaria di Urologia presso l’Istituto Europeo di Oncologia) ha preso le mosse da quanto già si sta facendo per migliorare il dialogo medico – paziente e da come sia possibile fare ancora di più.
Si è passati quindi a sessioni di role playing, che hanno coinvolto anche un’attrice e psicoterapeuta formata su questo tipo di simulazioni in ambito medico. In questo contesto all’attrice il duplice compito di interpretare il ruolo dei pazienti affiancando a questi momenti confronti formativi con gli specialisti coinvolti. Durante i “role play” gli urologi sono stati coinvolti in prima persona nella messinscena del colloquio con il paziente: “Paziente il quale, specie se oncologico, tende a sua volta a chiedere poco non solo per pudore, ma anche perché spesso identifica la domanda sul sesso come secondaria rispetto a quelle sulla sua condizione clinica”, commenta la Dottoressa Balestrieri.
“ll benessere sessuale è considerato dall’Oms un requisito essenziale per la salute – prosegue Balestrieri - Urologi e andrologi sono dunque chiamati ad affiancare sempre più alle loro competenze mediche e alla loro sensibilità in materia sessuale ulteriori strumenti per individuare il giusto modo di affrontare il tema del sesso con i loro pazienti, non tralasciando l’intervento su questa delicata sfera”.
“La tecnica del ‘role playing’ – spiega l’Urop -, soprattutto se condotta, come in questo caso, con attori adeguatamente formati, è ampiamente utilizzata come strumento didattico e formativo nell’ambito della comunicazione grazie alla sua particolare efficacia e alla capacità di fare interiorizzare approcci e comportamenti ben più di quanto qualunque manuale possa fare”.
Gli urologi che si sono misurati con questo inedito corso hanno quindi spianato la strada a un futuro in cui alla cura della patologia si affiancherà sempre più, come del resto in altri ambiti medici, quella della persona nella sua globalità: con un approccio che sarà sempre personalizzato al massimo, e con un serio lavoro di consapevole autocritica, che permetterà di instaurare un rapporto di massima fiducia con le persone assistite.