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QS Edizioni - domenica 24 novembre 2024

Lavoro e Professioni

Settimana del Pronto soccorso. Simeu: “L'influenza non ha colpa. Il vero problema è la carenza di assistenza sul territorio”

di Luciano Fassari
immagine 22 maggio - In occasione della Settimana del Pronto soccorso gli esperti della Società di medicina di emergenza urgenza sfatano il mito dell’influenza causa di tutti i mali e ribadiscono le priorità. “Servono più servizi post acuzie, assistenza domiciliare e medicina d’iniziativa”. E poi sul personale: “Occorre pianificazione e valorizzazione”.
“La crisi dei Pronto soccorso? Ma quale influenza. Il problema è la mancanza dell’assistenza sul territorio”. È quanto affermano i presidenti della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu) di Lazio e Piemonte Francesco Pugliese, presidente Simeu Lazio
Francesco Aprà, presidente Simeu Piemonte che abbiamo sentito in occasione della settimana del Pronto soccorso che si chiuderà domenica 24 maggio. A loro, che il pronto soccorso lo vivono tutto l’anno, abbiamo chiesto come stanno le cose e quali sono criticità, di sfatarci qualche mito e di capire cosa poter fare per migliorare i servizi.
 
Dall’analisi dei due esperti le problematiche sono chiare e coincidono con la fotografia che Qs ha scattato con un Dossier ad hoc lo scorso mese di Febbraio. Innanzitutto, occorre fare subito una distinzione: i problemi delle aree metropolitane sono ben diversi rispetto a quelli delle province. In città il problema sia a Roma che a Torino è la disponibilità di posti letto di degenza. Non si trovano e i pazienti aspettano ben oltre i tempi standard di riferimento. Nelle aree non metropolitane il problema è invece il trasporto, la logistica e spesso la geografica difficoltà oggettiva nel raggiungere determinati territori, non tanto, quindi, la disponibilità di un letto per il ricovero. Per i rappresentanti Simeu in ogni caso, “non è solo una questione di taglio di letti (che pure hanno inciso) ma di come vengono usati quelli in dotazione, soprattutto in città”.
 
La radice della questione, sollevata dagli esperti è che la nostra sanità deve assolutamente mettere mano alle cure territoriali. “Servono percorsi e strutture post acuzie, Servizi di assistenza domiciliare, Integrazione socio sanitaria, Medicina d’iniziativa”. E poi sottolineano anche “come non ci si deve solo concentrare sulla medicina di famiglia ma coinvolgere tutte le figure presenti sul territorio”. La vera questione è quindi insistere sull’organizzazione dei servizi in modo che il pronto soccorso sia interconnesso sia con l’ospedale che con la rete di cura presente sul territorio.
 
Il falso mito dell’influenza. I rappresentanti Simeu rilevano poi come i picchi influenzali non sono la causa del sovraffollamento dei pronto soccorso. Semmai sono ulteriore benzina sul fuoco quotidiano dell’emergenza. “Sfatiamo questo mito che i pronto soccorso collassano con l’influenza o le ondate di calore. L’emergenza e la criticità sono quotidiane e questi fenomeni si sommano alle croniche difficoltà”.
 
Problemi che sussistono anche per il personale. Nelle regioni in piano di rientro si sente il blocco del turnover ma la questione è ancora più delicata se si guarda al futuro. “Occorre valorizzare il personale”. 
22 maggio 2015
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