È durata fino a sera la riunione convocata ieri dalla Fnomceo con tutti i sindacati medici, per discutere dei problemi posti dalla certificazione on line dei periodi di malattia dei lavoratori dipendenti. La sintesi di questo confronto sarà riassunta nei prossimi giorni in un documento, ma sembra quasi certo che i sindacati medici chiederanno che si apra, parallelamente al tavolo tecnico cui partecipa la Fnomceo, un tavolo che discuta delle modifiche organizzative che la riforma richiede.
“La fase istruttoria che prevedeva il collaudo del sistema – spiega il presidente della Fnomceo Amedeom Bianco – ha mostrato che il sistema, dal punto di vista della tecnologie e delle procedure, è nel suo complesso funzionale agli obiettivi, ma proprio perché è funzionale ha evidenziato tutta una serie di criticità, sia sul territorio che negli ospedali”. In sostanza, al di là della piattaforma predisposta, restano davvero molti i problemi aperti: i medici di medicina generale non ovunque sono supportati dalla rete Adsl, moltissimi ambulatori specialistici pubblici non hanno terminali informatici, mentre negli ospedali occorrerà prevedere un passaggio amministrativo che “traduca” la diagnosi clinica in certificazione ai fini Inps.
“Questo ha portato alla ragionevole decisione di sospendere – prosegue Bianco – tutto l’apparato disciplinare connesso alla nuova normativa, su cui peraltro abbiamo alcune riserve che esprimeremo nel documento, ma ha anche evidenziato il fatto che la concreta applicazione di questo sistema comporta una serie di interventi sui modelli organizzativi che, ovviamente, devono essere programmati, finanziati, ecc”. “È evidente che questi aspetti incidono sulle condizioni di lavoro e sui rapporti di lavoro è quindi sono materia sindacale. Per questo – conclude il presidente Fnomceo – è opportuno che le organizzazioni sindacali, in maniera unitaria e nel solco di una visione non pregiudiziale dell’innovazione proposta, affrontino questi nodi in una sede di confronto con tutti gli interlocutori istituzionali, il ministero della Salute e le Regioni”.
E.A.