Fumata nera per il rinnovo del contratto nazionale del comparto Sanità, relativo al triennio 2022-2024, che coinvolge oltre 581mila lavoratori del Servizio sanitario nazionale, tra infermieri, tecnici, amministrativi e personale sanitario non medico. A quanto si apprende non ci sarebbe la maggioranza della rappresentatività sindacale. Fials, Cisl e Nursind sarebbero stati propensi alla firma mentre Cgil, Uil e Nursing Up non hanno firmato bloccando di fatto la situazione non facendo raggiungere il quorum del 51%. Per questo la trattativa con l’Aran si è arenata.
Ricordiamo che il rinnovo prevede risorse complessive pari a 1,784 miliardi di euro, con un aumento medio mensile di 172,37 euro per tredici mensilità, pari al 6,8% in più rispetto alle retribuzioni attuali.
Le risorse includono indennità specifiche per le professioni sanitarie:
- 175 milioni di euro per l’indennità di pronto soccorso;
- 35 milioni di euro per l’indennità di specificità infermieristica;
- 15 milioni di euro per l’indennità di tutela del malato.
“Sono deluso per il mancato accordo raggiunto perché c’erano tutte le condizioni per firmare e avviare rapidamente la trattativa per il Ccnl 2025-2027. Va detto poi, che al di là dell’aspetto economico, comunque rilevante, non potranno essere applicati molti degli istituti che avrebbero da subito migliorato le condizioni lavorative e di vita dei lavoratori del comparto sanità. Ora è difficile capire cosa succederà in futuro, perché in queste due intense giornate di contrattazione abbiamo esplorato tutte le vie per giungere a un accordo, e inoltre sta per partire il periodo di elezioni delle Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie), in cui diventerà più aspro il conflitto sindacale e sarà oggettivamente complicato programmare nuovi incontri per il rinnovo del Contratto per il Comparto Sanità”.
Così il presidente Aran,
Antonio Naddeo, che aggiunge: “Tengo a precisare che fino a questa mattina sembrava possibile arrivare alla firma, poiché abbiamo cercato di rispondere positivamente alle richieste poste anche ieri dalle organizzazioni sindacali, in particolar modo di chi sembrava volere la definizione della trattativa. Una disponibilità alla firma che, invece, è mancata quando abbiamo proceduto alle dichiarazioni per la sottoscrizione, previste dalla normativa, da parte di Cgil e Uil - di cui era ampiamente nota la contrarietà all’intesa - ma anche da parte del Nursing Up, nonostante Aran abbia inserito nella versione finale del Contratto tutte le richieste esplicitate questa mattina dallo stesso sindacato in un comunicato stampa. Evidentemente, bisogna ricordare che la contrattazione è una mediazione e non è possibile ottenere tutto. Il paradosso amaro è che quello che due anni fa andava bene a tutti i sindacati per il rinnovo del precedente contratto, oggi sembra non bastare, eppure il nuovo Ccnl aggiunge e non toglie sia in termini di risorse sia di innovazioni per i lavoratori”, conclude il presidente Aran.