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QS Edizioni - mercoledì 15 gennaio 2025

Uil Fpl: “Non vi sono reali misure per valorizzare professionalmente ed economicamente il personale”

14 gennaio -

“Non abbiamo firmato la preintesa per il rinnovo del CCNL Sanità Pubblica 2022/2024 con piena consapevolezza e convinzione” – così Rita Longobardi, Segretaria Generale UIL FPL.

“Le risorse stanziate sono del tutto insufficienti per recuperare il potere d'acquisto eroso negli anni. A fronte di un'inflazione che sfiora il 17% netto, l’aumento complessivo proposto si ferma a un irrisorio 6% lordo. L’incremento salariale promesso di 172 euro lordi mensili si tradurrà, di fatto, in soli 50 euro netti in busta paga: un risultato inadeguato rispetto alla mole di lavoro e alle responsabilità che gravano sulle lavoratrici e i lavoratori del comparto” prosegue Longobardi, che continua “Le indennità, ferme da oltre 20 anni, sono indegne: 1,80 euro lordi all’ora per la pronta disponibilità, 2,55 euro lordi per il turno festivo e così via. I lavoratori sono costretti a ricorrere in modo eccessivo a straordinari e prestazioni aggiuntive per ottenere un salario dignitoso, spesso superando i limiti normativi e mettendo a rischio la loro salute e sicurezza”.

"Non vi sono reali misure per valorizzare professionalmente ed economicamente il personale. Questo contratto rischia di aumentare i carichi di lavoro, favorire la fuga di personale, allungare le liste d’attesa e peggiorare i servizi per i cittadini. Sottoscrivere un contratto al ribasso, con risorse inadeguate, indennità bloccate e carenza di fondi per il salario accessorio, significa tradire il mandato di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori” chiosa duramente Longobardi, che prosegue “A chi vende fumo su presunti diritti e aumenti negati, rispondiamo con fermezza che un sindacato serio ha il dovere di difendere il potere d'acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori”.

La UIL FPL lancia infine un appello al Governo: “Si mettano in campo risorse adeguate per garantire contratti dignitosi e si lavori per superare le criticità emerse nella trattativa”.

14 gennaio 2025
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