5 marzo -
L'accordo sulle Convenzioni sblocca le trattative ma, nonostante l’impegno dell’assessore Montaldo e del sottosegretario De Filippo, rimangono immutati gli ostacoli politici, programmatici ed economomici che impediscono dal 2009 la riforma delle cure territoriali.
Nonostante il Patto per la Salute avesse fornito indicazioni non c'è ancora un vero progetto nazionale riformatore per le cure territoriali, in grado di indicare un modello e superare le grandi differenze territoriali di assistenza e servizi presenti nel nostro Paese.
L'assistenza continua h24 ai cittadini 7 giorni su 7 resta aleatoria.
Per noi le UCCP (Unità Complesse di Cure Primarie) , non solo le AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali), sono il cuore del nuovo assetto dell'assistenza territoriale e per questo non possono essere lasciate alla potestà di ogni Regione senza parametri nazionali di riferimento.
Nell'accordo abbiamo voluto che fosse ribadita la prevista istituzione del ruolo unico, con il superamento della figura del medico che fa solo guardia medica. Nella convenzione l'obiettivo si dovrà rendere concreto e con tempi certi, in modo da superare l'attuale servizio di guardia medica e con la valorizzazione a tempo pieno di questi professionisti.
E anche il 118 non può rimanere nel limbo dei molteplici e talvolta pericolosi rapporti contrattuali. Questo tema è stato rinviato ma è necessario decidere, una volta per tutte, che per questa attività è necessario un rapporto di dipendenza.
Il documento rimette in moto la macchina della trattativa ma gli obiettivi non sono proprio a portata di mano. Siamo interessati, come medici e cittadini, ad un cambiamento vero, non solo ai buoni propositi.
Nicola Preiti
Responsabile nazionale Medicina Generale Fp CGIL Medici