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QS Edizioni - domenica 24 novembre 2024

Zonno (Fimmg Formazione): “Previsioni preoccupanti. Servono più borse di studio”

8 giugno - “Dal 2012 al 2013 i posti messi a bando per il corso di formazione specifica in medicina generale, già non sufficienti a garantire il ricambio generazionale, sono diminuiti di ben 57 unità pari al 6%, e i posti per le scuole di specializzazione del 10%. Le previsioni dell’Enpam non possono far altro che alimentare i nostri timori sul futuro della categoria”. E’ quanto afferma la coordinatrice nazionale di Fimmg Formazione, Giulia Zonno, commentando i dati diffusi dalla Fondazione Enpam in occasione della seconda edizione del Progetto Giovani in corso a Gualdo Tadino.
 
“È per combattere la precarietà e per la sostenibilità di tutto il SSN che chiediamo al ministro della Salute Beatrice Lorenzin di aumentare i finanziamenti e il numero di borse per la formazione di nuovi medici di famiglia – sottolinea Giulia Zonno -  Dall'altra parte il numero dei posti per l'ingresso al corso di laurea di medicina continua a crescere, negli ultimi 3 anni sono aumentati di più di 1000 unità.  Il trend negativo di contrazione del numero di borse e contratti per la formazione post laurea, in barba alle richieste regionali , determinerà quindi ogni anno per i prossimi anni circa 1500-2000 medici neolaureati l'impossibilità di accedere ai corsi di formazione post laurea e quindi negherà loro la possibilità di avere un rapporto stabile con il SSN. Questi medici sono destinati perciò a essere precari”.
 
“E così nel 2016, come gridano i dati ENPAM, 900mila italiani resteranno senza medico di famiglia – prosegue Zonno -  In questi tempi di spending review  si sa che il medico di famiglia è l'unica figura a cui il paziente si può riferire sempre per un problema di salute, senza dover pagare per essere visitato e curato. Ed è evidente che la medicina generale è il livello assistenziale che può essere in grado  e su cui si deve puntare per migliorare la  gestione dei pazienti cronici, che aumentano sempre di più e devono poter essere assistiti sul territorio, evitando continue ospedalizzazioni”.
8 giugno 2013
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