6 maggio -
“Ritengo – afferma
Edoardo De Pau, Responsabile nazionale Snami del settore Medicina fiscale - che il provvedimento dell'Inps sia avventato e figlio di una scarsa e frettolosa riflessione, altrettanto penso che il tutto debba necessariamente rientrare. In un momento di recessione come quello che attualmente viviamo, difficilmente le aziende, in sofferenza economica cronica, chiederanno con oneri a loro carico i controlli per i dipendenti in malattia. E ciò comunque non sarebbe giusto anche per le difficoltà economiche che le aziende stesse vivono in tutta Italia. Se l'Inps ha pensato di risparmiare con questa operazione si sbaglia di grosso. Facendo i “conti della serva” è vero che si eviterebbero i costi delle visite fiscali per un totale di circa cinquanta milioni annui, ma l'aumento dell'assenteismo creerebbe un aumento dei costi per l'ente che sarebbe molto superiore al risparmio prodotto. Della serie risparmio cinquanta ma dimentico che spendo cento o duecento. Spesa destinata ad aumentare perché, mancando il deterrente del controllo, potrebbe essere favorito un aumento dell'assenteismo e quindi un aumento del costo per l'indennità di malattia”.
“Se la premessa – aggiunge
Giorgio Massara, Presidente regionale di Snami Campania - è che la decisione dell'Inps nasce per far fronte alle richieste di razionalizzazione della legge di stabilità, la conseguenza rischia di smentire la premessa stessa: invece di risparmiare il risultato sarà l'aumento dei costi, irrazionale e senza senso, cioè l'esatto contrario dello spirito della spending review, processo di revisione della spesa. Non possiamo non considerare che più di mille medici del settore rischiano di perdere il loro posto di lavoro. Sanitari che negli anni hanno maturato un'elevata professionalità e che quotidianamente sono elemento indispensabile contro l'abuso per l'assenteismo da malattia”.
“Abbiamo chiesto un incontro urgente all'Inps - conclude
Angelo Testa, Presidente nazionale dello Snami - per capire meglio le motivazioni della decisione. Un detto popolare recita che “solo gli stupidi non cambiano idea”. Allora si corregga questa stupidaggine e si evitino ulteriori danni per la comunità e per i professionisti che operano nel settore”.