24 febbraio -
“Stupefacente ed incredibile”. Così il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti commenta la posizione dell’Anmvi (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) che si oppone all’ipotesi di vendita di farmaci veterinari in parafarmacia nel decreto liberalizzazioni. Tale ipotesi, afferma il Mnlf, “non fa altro che recepire una condizione già esistente, la vendita di farmaci veterinari con obbligo di ricetta fuori dalla farmacia. Infatti, già oggi è possibile, per i titolari di autorizzazione al commercio all’ingrosso di farmaci veterinari, cedere, alla presenza del farmacista, farmaci prescritti dal veterinario ai titolari d’impianti di allevamento. (articolo 70 del decreto legislativo 6 aprile 2006, n. 193)”.
Quindi, sottolinea il Mnlf, “nessun stravolgimento della legislazione vigente, ma solo un allargamento, sempre alla presenza del farmacista, dei punti vendita a disposizione dei proprietari di animali”. Il provvedimento inoltre, secondo il Movimento, “avrebbe come beneficio immediato l’introduzione di una maggiore concorrenza nel settore e, di conseguenza, una riduzione del costo per la cura soprattutto degli animali da compagnia”.
“Tutto questo – sottolinea l’associazione dei farmacisti non titolari -, naturalmente avverrebbe sotto l’egida del medico veterinario, perché questi farmaci non possono essere ceduti senza la presentazione della relativa ricetta medica. Perché i veterinari aderenti all’Anmvi si oppongono? Le regole - ribadisce il Mnlf - non cambierebbero e il loro ruolo non sarebbe affatto scalfito, al contrario i proprietari di animali da affezione ne trarrebbero un beneficio potendo più facilmente accedere alle terapie da loro prescritte”.