5 maggio -
Torna anche quest'anno la Giornata internazionale dell'ostetrica che si celebra il 5 maggio; tale appuntamento di risonanza mondiale pone al centro dell’attenzione il valore sociale e sanitario dell’ostetrica nel mondo, nonché il suo ruolo chiave nella tutela e nella promozione della salute riproduttiva della donna in tutto il suo ciclo vitale. “Con questa giornata, SYRIO - Società Italiana di Scienze Ostetrico-Ginecologico-neonatali-Syrio,– coglie l’occasione per valorizzare e ricordare il forte impegno quotidiano delle circa 20.000 ostetriche italiane, le quali per competenza, responsabilità ed ambito disciplinare si occupano della tutela e della promozione della salute riproduttiva della donna nell’arco del suo ciclo vitale”, afferma in una nota
Miriam Guana, presidente Syrio, ù
Ricordando che il tema lanciato dalla Confederazione Internazionale delle Ostetriche (ICM) per celebrare la giornata – anno 2019 è “Le ostetriche in difesa dei diritti delle donne” – “Midwivers: defenders of women’s rights”, Guana evidenzia che, “come sottolineato da Franka Cadée Presidente ICM, e da Sally Pairman ICM Chief Executive, questo motto è in sintonia con gli orientamenti inclusi nel documento ‘Linee strategiche ICM 2017-2020: come qualità, equità, leadership”. Nello specifico il secondo orientamento così recita: "Le Ostetriche difendono i diritti delle donne’. E’ significativo evidenziare pertanto il ruolo centrale che le ostetriche rivestono, nelle loro comunità e nei paesi in cui esercitano la professione, nella protezione dei diritti delle donne, delle ragazze garantendo loro di poterli esercitare pienamente, in particolare quelli associati alla salute riproduttiva e sessuale. Il codice etico internazionale della Confederazione Internazionale delle Ostetriche (ICM) adottato nel 2008 e riconfermato nel 2014, inoltre recita: ‘Le ostetriche comprendono le conseguenze avverse che le violazioni etiche e dei diritti umani hanno sulla salute delle donne e dei bambini, e si impegnano ad eliminare tali violazioni, mettendo in luce l’importanza del rispetto della sfera personale della donna nel percorso nascita’”.
“Attraverso la letteratura scientifica più accreditata – prosegue la presidente di Syrio – è riscontrabile Il ruolo fondamentale della professione ostetrica nel garantire nel percorso nascita cure di qualità (appropriate, efficaci, sicure, eque, ecc ) in rispondenza alle più autorevoli linee guida internazionali nell’ambito della gestione della gravidanza, del parto e del puerperio. In letteratura è riportato anche il ruolo fondamentale della professione ostetrica nella promozione del benessere della persona e degli stili di vita sani, nella tutela della fisiologia dei processi riproduttivi, nel fornire sostegno, supporto e la continuità delle cure, nel favorire l’empowerment della donne e la tutela dei diritti delle madri e dei loro bambini”.
L’ostetrica, evidenzia allora Guana, “nel mondo è considerata la caregiver più appropriata per le donne per i loro figli e per le loro famiglie, nonché garante della difesa dei loro diritti umani e che si riconosce nelle/nei seguenti azioni/interventi approcci di cur/assistenza:
• rispetto della persona assistita della sua dignità, intimità, riservatezza; cortesia ed umanità;
• riconoscere una effettiva parità per quanto riguarda le differenze culturali, nazionalità, religione, condizione economica, lingua;
• accompagnare con competenza la donna per tutto il suo ciclo vitale – riproduttivo.
• Assicurare interventi di promozione e tutela della salute bio-psico-sociale attraverso l’informazione ed educazione;
• promuove l’empowerment (autodeterminazione) nella donna e la consapevolezza della maternità/paternità sviluppando le competenze materne/genitoriali
• favorire/sostienere l’attaccamento materno attraverso interventi appropriati (pre-intra-postpartum)
• Vigilare sulla salute bio-psico- sociale ed individuare le anomalie (sorveglianza dello stato di salute e delle modificazioni fisiologiche materne e neonatali);
• garantire un sostegno/supporto continuo (relazione di aiuto - ascolto – empatia) al fine di favorire la capacità d’adattamento della donna ai diversi mutamento legati alle fasi del ciclo vitale riproduttivo
• Sostienere la donna nel processo decisionale in merito alle scelte sulla salute ed accudimento del neonato (ruolo attivo)
• Riguardo alla partoriente: garantire il bisogno di benessere psico-fisico della donna e del bambino durante il parto; favorire la libertà di scelta da parte della donna circa i luoghi ove partorire e le modalità con cui tale evento debba svolgersi perché la maternità possa essere vissuta fin dall’inizio della gravidanza, come fatto naturale; garantire un’assistenza one to one e continua; fruire della presenza di una persona di fiducia ed ad avere vicino il proprio figlio”.
“Solo recentemente – prosegue Guana - è stato introdotto il concetto di Respectful Maternity Care (RMC), ovvero Assistenza alla Maternità Rispettosa, inteso non solo come componente cruciale della qualità dell'assistenza ma anche come diritto umano, già discusso a Fortaleza, Brasile in occasione dell’International Conference on the Humanization of Childbirth e ulteriormente sancito nella Dichiarazione Universale sulla bioetica e i diritti umani (2005). Nel 2014 l'OMS ha rilasciato una dichiarazione ovvero ‘ogni donna ha diritto al più alto standard di salute raggiungibile, incluso il diritto a cure dignitose e rispettose durante la gravidanza e il parto’. L’OMS è da sempre in prima fila per migliorare la qualità dell'assistenza per madri e neonati nelle strutture sanitarie, pubblicando raccomandazioni sempre aggiornate”.
“Oggi – spiega la presidente di Syrio - l’ostetrica italiana è una professionista sanitaria, abilitata ad esercitare in area ostetrica, ginecologica e neonatale dopo superamento di un Esame di Stato al termine del corso di Laurea in Ostetricia. Attualmente il gruppo professionale è occupato presso ospedali pubblici e servizi territoriali ; una quota molto più esigua esercita invece , la libera professione . Inoltre , molte professioniste sono impegnate nelle università nella formazione delle future ostetriche come docenti o come tutor clinici presso le sedi di tirocinio identificate dal piano di studi”.
Ma, evidenzia Guana, “permane purtroppo nella realtà italiana un inappropriato investimento delle ostetriche in ambito neonatale e ginecologico, nonostante questa figura professionale abbia acquisito le competenze teorico-pratiche durante un percorso di studi triennale dedicato alla “salute di genere riproduttiva e del neonato” e perfezionate attraverso la formazione continua. Questa gestione non appropriata delle ostetriche nel mercato del lavoro fa emergere il problema della disoccupazione tra le neolaureate di cui solo il 53% (71% valore medio delle 22 professioni quale ultimo dato del 2016, Fonte Alma Laurea!) oggi trova lavoro a distanza di un anno, fenomeno presente in questi ultimi due lustri seppur i dati recenti siano più confortanti (60% nel 2007, 38% nel 2012, 44% nel 2015 – fonte Alma Laurea). Fatto paradossale se si considera che questo profilo, rispetto alle 22 professioni sanitarie è al 4 posto per interesse da parte delle giovani generazioni al femminile. (rapporto di 1 posto/7,5 domande)”.
“Per concludere – dice Guana -, come affermato da ICM il 5 maggio per le ostetriche è un’occasione per: informare l’intera società civile che sono fondamentali per ridurre la morbilità e la mortalità materna e neonatale per e contrastare la violenza di genere; celebrare l’affermazione delle ostetriche nella società e il loro contributo nel miglioramento degli esiti di salute sessuale, riproduttiva, materna e neonatale; motivare i responsabili delle politiche socio-sanitarie ad investire di più ed in modo appropriato sulle risorse ostetriche riconoscendone il ruolo e le competenze distintive, garanti di un’assistenza di qualità e sicura in ambito ostetrico-ginecologico e neonatale. Quindi questa giornata rappresenta anche per le ostetriche italiane un’occasione per ricordare alle donne, alle istituzioni socio-sanitarie agli organi di governo la loro mission: essere accanto alla donna o meglio “con e per le donne”, sempre al loro al fianco”.