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QS Edizioni - martedì 26 novembre 2024

Governo e Parlamento

Speranza ai 60 anni dell’Anaao: “L’universalità del Ssn non è negoziabile. Questo Governo sta difendendo la sanità come non succedeva da tempo”

di Lucia Conti
immagine 12 dicembre - Nel tracciare le linee del suo ministero, nel suo intervento alle celebrazioni per i 60 anni dell’Anaao Assomed, Speranza ha detto di “rifiutare l’idea che prima viene il vincolo di bilancio e poi il diritto di salute. Si deve definitivamente la stagione dei tagli alla spesa sanitaria”. Ha quindi evidenziato come questo si sia già tradotto nei “due miliardi in più sul Fsn, due mld in più per l’edilizia sanitaria e l’ammodernamento tecnologico; l’abolizione del superticket”. Ai medici ha espresso il proprio impegno per lo sblocco della Ria. Sull’incremento delle borse di specializzazione, “stiamo lavorando”. Quanto alla farmaceutica: “Occorre rimettere mano ai tetti, è ragionevole lavorare a un loro riequilibrio”.
“Questo è un Governo che fa bene al Paese, come stiamo dimostrando per il comparto salute. Credo che da molto tempo il Ssn non veniva difeso come lo stiamo difendendo noi in questi mesi”. Lo ha affermato il ministro della Salute, Roberto Speranza, a margine del suo intervento, oggi a Roma, alle celebrazioni per il 60° anniversario dell’Anaao Assomed.

Un intervento concluso con gli applausi dell’assemblea dei dirigenti medici, a cui il ministro ha riconosciuto un importante ruolo non solo in qualità di professionisti della salute, ma anche come interlocutore politico. Da una sollecitazione dell’Anaao Giovani, ha infatti voluto evidenziare il ministro, nasce l’emendamento alla manovra che ha allargato a tutto il 2019 la possibilità di stabilizzazione dei precari che rispondono ai criteri della Madia (prima fissato a fine giugno).
 
Per il ministro, i sindacati “sono un contributo alla vita democratica di un Paese”, ma “è decisiva” ed “è un punto fondamentale della vostra storia - ha detto il ministro rivolto all'assemblea dell'Anaao - la capacità di tenere insieme la rappresentanza di una categoria, come è normale che sia per un sindacato, con una visione di interesse generale per il paese”.



Speranza ha quindi descritto le linee direttrici del suo mandato sostenendo il proprio “rifiuto dell’idea che prima viene il vincolo di bilancio e poi il diritto di salute”. “Il mio faro - ha detto il ministro - è l’articolo 32 della Costituzione” e “l’universalità del Ssn non è negoziabile”.

“Il mondo, però, cambia alla velocità della luce - ha precisato Speranza -. Se quindi ci sono valori irrinunciabili, c’è però anche bisogno di trovare nuovi modi per realizzarli”. Il ministro ha parlato della necessità di “un nuovo grande Patto Paese interno al sistema salute” per “trasportare i valori del passato nei tempi nuovi”. I protagonisti di questo Patto, per Speranza, non possono però essere solo “il ministro, il Governo e le Regioni. C’è bisogno dei sindacati, degli Ordini, delle associazioni e anche delle aziende del settore”.

Per il ministro c'è poi un presupposto per questo Patto: “Si deve definitivamente chiudere la stagione dei tagli alla spesa sanitaria. C’è una discussione interna al Governo, che è anche comprensibile, ma io rifiuto l’idea che venga prima il vincolo di bilancio e poi il diritto di salute di una persona”. Per il ministro si tratta di fare un salto culturare e riconoscere che "i soldi che si mettono sul comparto salute non sono mera spesa pubblica, bensì il più grande investimento che si può fare sulle persone e sul Paese”.
 
Il ministro ha quindi voluto sottolineare l’impegno profuso in questi primi mesi di governo per il comparto Salute. “Si può fare sempre meglio, ma qualche segnale lo abbiamo dato”. E ha citato i “2 miliardi in più sul Fsn”, i “2 mld in più sull’edilizia sanitaria e l’ammoderamento tecnologico”, nonché l’abolizione del superticket che “è un segnale importante verso il cittadino. Il governo gli sta dicendo: ‘Noi vogliamo che ti curi’. Ma oltre che come messaggio, vale anche 560 mln di euro di soldi risparmiati per i cittadini”.

Per il futuro il ministro ha sostenuto la necessità di “cambiare il modello di programmazione della spesa in sanità”, a partire dalla spesa sul personale. “Ma anche qui qualcosa iniziamo a fare”, e ha spiegato: “Se fino al 2019 il tetto alla spesa per il personale poteva crescere del 5% rispetto alla quota incrementale del fondo sanitario, oggi con l’emendamento approvato nel decreto fiscale si sale fino al 15%, che sui 2 miliardi in più previsti dalla manovra, significa che le risorse che si potranno usare nel 2020 per combattere la carenza di personale sono sei volte in più rispetto al 2019”.

Il ministro ha poi ricordato l’emendamento approvato la scorsa notte alla manovra che autorizza, “solo per la sanità”, lo scorrimento delle graduatorie vigenti degli idonei. E poi l’allargamento, “derivante da una proposta Anaao Giovani”, delle maglie della Madia permettendo la stabilizzazione anche ai precari in possesso dei criteri a tutto il 2019.

Incalzato dai giornalisti sull’incremento delle borse di studio, Speranza non ha dato anticipazioni su eventuali misure, ma ha assicurato che “stiamo lavorando”.

Ai medici Anaao ha poi assicurato il proprio impegno sulla questione Ria, “che è sul tavolo e su cui vorrei provare a fare il possibile in tempi dignitosi”.

A margine del suo intervento il ministro, rispondendo ai giornalisti, ha parlato della necessità di “rimettere mano ai tetti della spesa farmaceutica”, perché “così non funziona. Penso che sia ragionevole lavorare al riequilibrio dei tetti”. Quanto alle modalità, ovvero se inserire la modifica in manovra o nel nuovo Patto per la Salute, Speranza ha detto che “sarebbe necessaria una norma specifica”.
 
Lucia Conti
12 dicembre 2019
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