“Se fosse confermato che nella nota del Governo in risposta a Bruxelles per la procedura di infrazione in relazione alle maggiori entrate compare anche la voce del cosiddetto Payback farmaceutico, ossia la compartecipazione delle industrie farmaceutiche al superamento dei tetti di spesa, staremmo parlando di risorse che ammontano a circa 800 mln di euro. Risorse delle Regioni che sono state già contabilizzate nei bilanci regionali e non risorse dello Stato. Se il MEF oggi inserisce queste somme come maggiori entrate vuol dire che di conseguenza si apprestano a ridurre dello stesso importo il Fondo sanitario nazionale? Su questo tema serve chiarezza”.
A dichiararlo è l’assessore alla sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio,
Alessio D’Amato alla vigilia della riunione del Consiglio di Ministri che proprio oggi dovrebbe varare l'assestamento di bilancio anche in relazione al rischio dell'apertura della procedura di infrazione europea.
Ricordiamo che il totale dell’accordo sul payback 2013-2017 è di 2,37 mld, di questi 1,5 mld erano già stati pagati negli anni precedenti dalle aziende mentre 800 mln sono le risorse ‘fresche’ arrivate in seguito all’intesa tra aziende, Governo e Regioni e che però il Mef non ha ancora stornato alle Regioni.
“Si vuole sterilizzare il payback – spiega D’Amato a Qs - e ridurre di pari importo il fondo sanitario. Ma il payback non è una maggiore entrata dello Stato, sono risorse già spese e messe a bilancio dalle Regioni. Il Ministro Grillo ha detto in più occasioni che non ci saranno tagli ma del Mef ancora non ha parlato nessuno. Serve chiarezza, qui si sta tentando di tagliare il Fondo sanitario”.
Sempre D'Amato
il 31 maggio scorso aveva lanciato un primo allarme sulla destinazione d'uso delle somme del pay back farmaceutico diffidando il Governo a usarle per "sterilizzare" gli aumenti del Fsn.