Quando mancano pochissime sezioni ancora da scrutinare la vittoria netta dei Cinque Stelle alle elezioni di domenica appare ormai acclarata.: con il 32% sia alla Camera che al Senato, risultano il primo partito con un distacco di oltre 10 punti dal PD che si piazza sì al secondo posto ma non riuscendo a superare il 19% dei voti.
L’altro dato netto è che la Lega, con oltre il 17% dei consensi, diventa il terzo partito a un soffio dal PD, superando Forza Italia che si ferma attorno al 14%.
Molto al di sotto delle attese invece il risultato di Liberi e Uguali che supera di poco la soglia di sbarramento del 3%.
Se si considerano le coalizioni, la prima è quella di Centro Destra con circa il 37% dei voti, poi (da soli) i Cinque Stelle con oltre il 32% e infine il Centro Sinistra sul filo del 23%.
Con questi dati la situazione politica, per quanto netta dal punto di vista di “chi ha vinto e di chi ha perso”, resta molto incerta sul fronte della governabilità.
Maggioranze chiare dalle urne non ne sono uscite e quindi tutto si giocherà sulle possibilità o meno di trovare accordi tra partiti diversi, dando vita a quelle alleanze “spurie” che prima delle elezioni in pochi avevano ventilato come soluzione gradita.
Oggi, sia
Di Maio che il Centro Destra hanno rivendicato il diritto ad avere l'incarico di formare il Governo ma il pallino passa ormai decisamente al presidente della Repubblica. Tuttavia prima di parlare di incarichi bisognerà comunque aspettare il 23 marzo per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato, quando i primi giochi di alleanza o veti dovrebbero già manifestarsi.
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