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QS Edizioni - domenica 24 novembre 2024

Governo e Parlamento

L’appropiatezza sbarca al Senato. Lorenzin: “Abbiamo sbagliato nella comunicazione. Io per prima. Per i cittadini non cambia nulla. Sanzioni ai medici solo in casi abnormi e reiterati”. In stabilità un fondo di 900 mln per Lea e protesi

di Giovanni Rodriquez
immagine 2 ottobre - Così il ministro delle Salute oggi in audizione in commissione Sanità. Ribadita l’urgenza di affrontare anche il problema della medicina difensiva: “Spero che la commissione Affari Sociali approvi al più presto un testo definitivo”. La commissione di aggiornamento Lea lavorerà anche sull'appropriatezza con aggiornamenti annuali
"Sul decreto appropriatezza si è andati ben oltre il dibattito tecnico. Accetto ogni tipo di opinione ma è pericoloso trasformare il tema della salute dei cittadini in un terreno di lotta politica. In questi giorni mi sono trovata nella posizione di dover rassicurare 60 milioni di italiani convinti di non poter avere più accesso ad esami specialistici e screening. Le persone erano convinte di non avere più diritto alle cure. Come potete immaginare tutto questo è estremamente pericoloso e, in particolar modo noi che facciamo politica, abbiamo la responsabilità di portare avanti una comunicazione corretta e basata su fatti concreti. Sono stata tempestata di telefonate e mail di gente terrorizzata al pensiero di non poter fare più analisi: è una follia". Così il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è intervenuta oggi pomeriggio in commissione Igiene e Sanità al Senato in un'audizione sul tema del recente decreto appropriatezza.
 
Il ministro nel corso del suo intervento ha posto con insistenza l'accento sul delicato tema della comunicazione delle misure contenute in questo provvedimento. "Evidentemente tutti noi abbiamo sbagliato sulla comunicazione - ha aggiunto il ministro - io per prima. Spero che con questa audizione si possa ripristinare il giusto ordine dei fattori, poi ognuno potrà dare il proprio giudizio politico. Ma ripeto, la comunicazione deve basarsi sui fatti oggettivi. Le affermazioni fatte in questi giorni hanno spesso denotato una non conoscenza del provvedimento in questione e hanno prodotto inutili allarmi. Non si gioca con la salute dei cittadini".

Entrando poi nel merito del decreto, Lorenzin ha spiegato come l'aumento dei costi sanitari abbia collocato la valutazione dell’appropriatezza al centro delle politiche nazionali e regionali, non solo in Italia, ma in tutto l'Occidente. "Tutti gli operatori sanitari riconoscono apertamente che molte prestazioni operate nell’ambito del Sistema sanitario nazionale vengono eseguite anche in assenza di condizioni di necessità e rischio per i pazienti", ha ricordato. 
 
Perché ci sono prescrizioni inappropriate? "Potremmo discutere ore su questo tema. Innanzitutto c'è da citare il fenomeno della medicina difensiva. Un fenomeno che produce ogni anno circa 13 mld di spese inutili. Anche se non fosse questa la cifra esatta - sottolinea Lorenzin - resta il fatto che oggi non possiamo permetterci di sprecare nulla, fosse anche un solo miliardo. Non a caso ho istituito un apposita commissione che ha consegnato le proprie conclusioni al Parlamento. Al momento la commissione Affari Sociali della Camera è al lavoro su questo tema. Il mio auspicio è che venga approvato un testo definitivo in maniera rapida".
 
Quanto al tema delle sanzioni ai medici, Lorenzin ha voluto chiarire subito due punti: per i pazienti non cambierà nulla e i medici che avranno dubbi sulla diagnosi di un paziente potranno continuare in piena libertà a prescrivere esami come fatto fino ad oggi. In quali casi potrebbero dunque scattare queste sanzioni economiche? Il ministro lo spiega così: "Se uno è un avvocato sa bene che, perché un medico possa essere sanzionato, deve esserci un’azione ingiustificata, macroscopica e reiterata nel tempo. Ossia una serie abusi di fronte ai quali già oggi è previsto l'intervento dei Nas e della Guardia di Finanza. In sede di verifica delle prescrizioni le Asl prenderanno in considerazioni solo quei casi in cui le prescrizioni del medico sono abitualmente in contrasto con l’appropriatezza, non i singoli casi particolari né quelli sporadici".
 
La ratio alla base del provvedimento è quella di "fornire ai medici strumenti per raggiungere gli obiettivi di appropriatezza, non dar loro la caccia". Proprio per questo è stata preannunciata una  Conferenza Stato Regioni che possa affrontare questo tema individuando una possibile mediazione che vada incontro alle richieste dei sindacati medici e delle società scientifiche. "La paura peggiore dei medici - ha detto Lorenzin - è trovarsi di fronte ad una frammentazione nell’applicazione di queste norme e dei giudizi a loro carico. Per questo ho fatto richiesta ufficiale alle Regioni di fare una conferenza in cui, sentiti prima i medici, si stabiliscano modalità condivise di applicazione di questo regolamento. Non ci deve essere disparità di trattamento. E devo dire che da parte delle Regioni abbiamo riscontrato la massima apertura".
 
Il ministro ha poi lanciato una proposta. "Abbiamo pensato di far sì che la commissione di aggiornamento dei Lea incaricata appunto di esaminare e rinnovare annualmente i Livelli essenziali di assistenza, possa diventare commissione di aggiornamento dei Lea e dell'appropriatezza. Questo perché non vogliamo uno schema rigido. Quello che abbiamo in mente non è una tabella fissa di regole che puntino a sanzionare i medici ma, anzi, lavorare nel concreto insieme a loro per migliorare l'appropriatezza delle prescrizioni".
 
Infine, non è mancato un passaggio sul Fondo sanitario nazionale per il 2016. "Nel Fondo è essenziale che sia previsto un budget di circa 900 mln per l'aggiornamento dei Lea e del nomenclatore delle protesi. In questi giorni sto lavorando su questo e sul reperimento di risorse per la stabilizzazione dei precari, lo sblocco del turnover e il rinnovo dei contratti. Anche se quest'ultimo punto mi è stato garantito che rientrerà in una partita di Pubblica Amministrazione nel suo complesso. Dopo la scuola - ha concluso Lorenzin - è ora che l'attenzione del Paese si sposti anche sul personale del Servizio sanitario nazionale".
 
Giovanni Rodriquez
2 ottobre 2015
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