Un approccio integrato e multidisciplinare, che garantisca la presa in carico delle donne dai primi anni di vita sino all’anzianità. E’ il modello auspicato dal ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin durante la visita al Dipartimento per la Tutela della Salute della Donna e della Vita nascente, del Bambino e dell’Adolescente del Policlinico universitario ‘Gemelli’ di Roma. “Si tratta di una struttura che rappresenta un’eccellenza – ha commentato – e auspico che questa esempio sia un riferimento costante per tutto il Paese. Non bisogna più ragionare per compartimenti stagni, le cure devono essere erogate e organizzate all’insegna di un approccio organico che includa tutti gli anelli della filiera, costruendo un unico network”.
Il tour, durato oltre due ore, si è svolto lungo tutto il percorso del Polo Donna del Gemelli durante il quale il ministro ha incontrato personale medico e sanitario, neo mamme e donne in gravidanza, visitato i neonati ricoverati presso la Terapia intensiva e il nido, nonché incontrato donne malate di tumori ginecologici e senologici, molte (1 su 3) provenienti da fuori Lazio, attraversato la sala parto fino al nuovo centro di ecografica ginecologica e il pronto soccorso ostetrico. Lungo questo percorso nel “Women’s Hospital” del Gemelli, come il Ministro ha definito “il modello di trattamenti integrati delle patologie della donna offerto dal Policlinico dell’Università Cattolica”, Lorenzin è stata accompagnata dal Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Franco Anelli, dal Direttore del Policlinico Enrico Zampedri e dal Direttore del Dipartimento per la Tutela della Salute della Donna e del Bambino.
"Il lavoro che fate è importante e bellissimo - ha sottolineato il Ministro rivolgendosi alle ostetriche del Gemelli. Durante la visita al Centro integrato di senologia ha poi rimarcato l'importanza di "diffondere una forte cultura della prevenzione tema su cui abbiamo appena lanciato una campagna, in particolar modo per quanto riguarda le malattie sessualmente trasmissibili che negli ultimi tempi stanno registrando una nuova preoccupante impennata”.
Il Dipartimento è dotato di 189 posti letto di degenza ordinaria, 16 posti letto di Terapia Intensiva Neonatale e 16 posti letto di Sub-intensiva Neonatale, 14 letto posti di patologia neonatale e 23 posti letto di Day Hospital. Con l’obiettivo di conseguire un più alto livello di efficienza, il management del Gemelli nell’ultimo triennio ha operato una graduale riduzione dei posti letto di ricovero ordinario (passati da 264 PL nel 2011 a 189 PL nel 2013), incentivando il contemporaneo trasferimento dell’attività chirurgica verso setting assistenziali più appropriati.
Presso il Dipartimento sono attivi centri ed équipe professionali dedicati al trattamento delle neoplasie del tratto genitale femminile, del bambino e neonato. Il Gemelli è il primo ospedale in Italia per la cura dei tumori dell’apparato riproduttivo femminile con una media di 2.300 pazienti l’anno e terzo ospedale in Italia per la cura del tumore alla mammella con una media di 1.716 pazienti Per il ministro la medicina di genere rappresenta quindi un aspetto essenziale, da valorizzare seguendo la rotta tracciata dal Gemelli "che ha dedicato a tutto ciò che riguarda la cura della donna, in particolare la parte di ginecologia oncologica e senologia, un intero dipartimento", come ha osservato il direttore del dipartimento stesso,
Giovanni Scambia.
Il modello del policlinico capitolino è "uno dei pilastri del progetto di riorganizzazione dell'ospedale, attraverso dei poli che puntano su attività di assistenza secondo i tipi di patologie, integrando specializzazioni, conoscenze e modalità di intervento - ha spiegato il rettore della Cattolica,
Franco Anelli - La logica dell'approccio sta quindi nell'individuare un certo tipo di problema sanitario, e trattarlo in una maniera che integra assistenza, ricerca e formazione anche delle nuove generazioni di medici tra cui molte sono le donne". Il direttore del policlinico,
Enrico Zampedri, ha evidenziato che la struttura “è in una fase di grandi innovazioni e cambiamenti, sta sempre più aprendosi al territorio, nell'ottica della collaborazione fra ospedale e strutture di assistenza collegate: questo è il presente e il futuro della cura, con la persona al centro e le attività terapeutiche al suo completo servizio”.
Durante la visita Lorenzin ha espresso considerazioni anche sul
tema della maternità, segnalando che “purtroppo nell’ultimo periodo stiamo ricevendo numerose denunce di situazioni in cui viene disincentivata. Per arginare questo fenomeno con il Job Act abbiamo quindi esteso la maternità anche alla cura parentale. Chiederò comunque al ministro Poletti di monitorare il problema con particolare attenzione e di avviare un’inchiesta”.
La sanità, come del resto tanti altri settori, sembra patire la
difficoltà a inserire le donne nei ruoli apicali. “Sono tante coloro che lavorano in questo comparto– ha osservato il ministro - ma in proporzione pochissime diventano primari o direttori sanitari. E’ proprio per invertire questo trend che ho presentato un emendamento al dl Madia per garantire una selezione su basi realmente meritocratiche e non più politiche. Sono convinta che in questo modo le donne con incarichi di rilievo aumenteranno e saranno di più anche gli uomini validi. Vogliamo avviare una nuova fase in cui sia decisiva la misurazione delle performace e degli obiettivi”. Lorenzin ha infine ricordato di aver "promosso un’azione grazie a cui il Consiglio superiore di sanità, cioè il più importante organo scientifico consultivo italiano, è composto per la prima volta per la metà da donne con un presidente di sesso femminile”.
Gennaro Barbieri