Non ci sarà nessuna proroga: da domani i medici che non ottemperano all’obbligo di invio telematico rischiano di essere puniti con le sanzioni previste dalla riforma Brunetta. Lo ha chiarito definitivamente il ministro stesso in una nota diffusa oggi pomeriggio in risposta ai sindacati medici, che
venerdì avevano chiesto un incontro urgente con Brunetta proprio in vista dell’entrata a regime del sistema sanzionatorio.
Incontro che Brunetta non ha concesso, anche perché, come si legge nel comunicato direttamente rivolto alle 12 sigle sindacali firmatarie della lettera, “timori e paure non hanno ragion d’essere: già da ora le norme prevedono che l’eventuale sanzione abbia luogo solo in caso di ‘colpa esplicita’, come chiarito dalla
Circolare n. 2 DFP/DDI del 208 settembre 2010”.
In quella circolare, in realtà, le parole “colpa esplicita” non si leggono, ma nel 4° paragrafo, dedicato alla “Responsabilità specifica per violazione della normativa in materia di trasmissione telematica dei certificati”, si legge che “l'esistenza di tali criticità, per il superamento delle quali le Amministrazioni interessate lavoreranno durante i prossimi mesi anche utilizzando le evidenze del monitoraggio, rendono allo stato problematici l'emersione e l'accertamento di eventuali responsabilità per la violazione della specifica normativa e, quindi, lo svolgimento dei procedimenti per l'irrogazione delle conseguenti sanzioni. Infatti, la piena applicazione dell'apparato sanzionatorio richiede la definizione di presupposti di azione chiari e di un quadro di operatività certo in mancanza dei quali potrebbe non essere riscontrabile l'elemento della colpevolezza dell'illecito”.
Nel comunicato odierno il Ministro sottolinea inoltre che “sarà in ogni caso cura del mio Ministero assicurare un attento monitoraggio circa le procedure e i meccanismi di applicazione di quanto previsto, così da evitare il rischio di ingiustificati atteggiamenti punitivi. A questo riguardo ho chiesto agli enti preposti di valutare con il massimo dell’attenzione, della trasparenza e della flessibilità, l’intera tematica delle sanzioni. Su questo specifico punto ho dato mandato ai miei uffici di predisporre una apposita circolare interpretativa”.
Brunetta, sempre rivolto ai medici, si dice poi “disponibile ad ogni ulteriore approfondimento di tutta la strategia di implementazione dell’ICT nel nostro sistema sanitario anche attraverso un incontro da tenersi al più presto”, ma non risponde direttamente alla richiesta delle organizzazioni sindacali che, nella lettera di venerdì, chiedevano l'ammissione dei rappresentanti dei sindacati medici ai lavori della Commissione tecnica incaricata di rendere operativo il sistema.
Il ministro quindi ringrazia i medici per “il contributo fattivo”, “l’abnegazione e l’atteggiamento costruttivo”, che in questi mesi ha permesso di raggiungere risultati sui cui “non posso che esprimere piena soddisfazione”, aggiunge la nota di Brunetta citando i principali dati che, a dieci mesi dall’avvio del nuovo sistema, fanno registrare “quasi 4 milioni di documenti inviati telematicamente, di cui circa 400mila solo nell’ultima settima. Stando alle ultime informazioni, il flusso medio giornaliero a regime si va attestando su un valore medio di oltre 70mila, con una punta odierna di 105mila unità. Il sistema è, dunque, pressoché a regime”.
E si tratta di dati che, aggiunge ancora il ministro, “ci portano ad un livello di eccellenza in Europa per quanto riguarda i processi di digitalizzazione nel settore della sanità e ci inducono a guardare con ottimismo ai prossimi passi da compiere, soprattutto tenendo conto dei grandi benefici che derivano dall’applicazione delle nuove tecnologie digitali all’intero comparto della salute”.
Tutto questo, sottolinea Brunetta, è stato raggiunto “grazie al contributo fattivo dei medici, ai quali va il mio apprezzamento per l’impegno, l’abnegazione e l’atteggiamento costruttivo”. Conquistando anche “rilevanti i vantaggi” perché, grazie alle nuove tecnologie, i medici “possono beneficiare di uno snellimento e di una velocizzazione delle operazioni a loro carico”. Inoltre, “i cittadini-pazienti, se malati, sono finalmente svincolati da pratiche burocratiche: basti soltanto pensare che è superiore a 50 milioni il numero di certificati di malattia che ogni anno i lavoratori dipendenti (pubblici e privati) inviano ai propri datori di lavoro”. A questo si aggiungono gli “evidenti effetti positivi sul bilancio dello Stato, specie se si considera che l’introduzione delle tecnologie ICT nella sanità (ricette e certificati di malattia digitali, fascicolo sanitario elettronico, prenotazioni di prestazioni online con pagamenti e refertazione digitale, telemedicina) può generare un impatto positivo in termini di risparmio stimato pari a 12,4 miliardi di euro (pari all’11,7% dell'intera spesa del Servizio Sanitario Nazionale)”.
“In questa prospettiva – conclude la nota di Brunetta - serve dare vita a una vera e propria “alleanza per l’innovazione”, così che tutte le diverse parti coinvolte in questo processo di modernizzazione lavorino assieme per identificare nuovi investimenti, nuove azioni formative, nuove iniziative di comunicazione volte a tradurre in realtà le potenzialità offerte dall’innovazione”.