Il terremoto che ha colpito il Giappone lo scorso 11 marzo è stato uno degli eventi più drammatici dell’anno in corso. Che ha colpito la popolazione mondiale non solo per le immagini delle città devastate dallo tsunami, ma anche perché il danneggiamento della centrale nucleare di Fukushima ha fatto scattare, anche in Europa, l’allarme radiazioni. A pochi mesi dal referendum per il ritorno del nucleare in Italia si è tornato così, più reale che mai, l’incubo di Chernobyl. Anche se il monitoraggio continuo del ministero della Salute ha rassicurato, fin dalle prime settimane, sull’assenza di rischi per il nostro Paese derivanti dall’incidente in Giappone. Posizione sostenuta dai professionisti della sanità, medici nucleare e farmacisti, che invitavano la popolazione a non assumere farmaci contro le radiazioni sulla scia di un panico infondato. Alla fine, comunque, l’evento di Fukushima ha contribuito alla rinuncia, da parte del Governo italiano, ai progetti della creazione di nuovi siti nucleare nel nostro Paese.
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