Continua il monitoraggio del ministero della Salute continua sui rischi per la salute connessi all’incidente dello scorso 11 marzo nella centrale nucleare di Fukushima, in Giappone.
Per quanto riguarda l’importazione di alimenti, il ministero informa che i dati riferiti al periodo giugno-luglio 2011 dimostrano che “le poche partite presentate all’importazione erano state prodotte prima dell’11 marzo, oppure, quando sottoposte a campionamento e analisi per radionuclidi, hanno dato esito favorevole. Pertanto, non vi sono stati casi di respingimento ed è sempre stato rilasciato il Documento Comune di Entrata”.
Quanto al passaggio sull'Italia di masse d'aria provenienti dal Giappone, i livelli di concentrazione di radionuclidi misurati finora dalla rete di monitoraggio delle agenzie regionali di protezione ambientale “sono sempre stati molto bassi, in generale accordo con quelli rilevati negli altri Paesi europei, non hanno alcuna rilevanza dal punto di vista radiologico e sono tali da non costituire alcun rischio di tipo sanitario”.
Il ministero comunica inoltre che, a partire dal mese di maggio, non è stata riscontrata la presenza di Iodio 131 e Cesio 137 nelle misure di particolato atmosferico superiore alle minime attività rilevabili dalla strumentazione. Così che, sottolinea il ministero, “dal 10 giugno, a seguito degli esiti delle recenti rilevazioni radiometriche effettuate sulle matrici ambientali e alimentari, si è ritenuta conclusa la fase di intensificazione delle misure avviata subito dopo l’incidente di Fukushima e si è ritornati al normale programma di monitoraggio ambientale”.
Il ministero rassicura anche riguardo ai viaggiatori di ritorno dal Giappone dopo l'evento dell'11 marzo. “Non sono prevedibili – spiega - contaminazioni elevate, a meno che le persone non abbiano soggiornato, dopo l’11 marzo, in aree nelle immediate vicinanze dell’impianto nucleare di Fukushima”. Resta comunque attivo il percorso assistenziale alle persone provenienti dal Giappone e il monitoraggio di tale attività, in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità.
In particolare:
- le persone che provengono da aree poste a distanza superiore ad 80 km (distanza cautelativa suggerita dalla Nuclear Regulatory Commission degli Stati Uniti d’America e adottata anche da altri Paesi europei) non necessitano di alcun tipo di controllo in quanto la permanenza in aree così distanti, dati i bassi livelli di un’eventuale esposizione, non può produrre rischi significativi per la loro salute e ancor meno per la salute delle persone che venissero direttamente a contatto con loro.
- le persone che abbiano soggiornato in aree poste a distanza inferiore ad 80 km dalla centrale di Fukushima ugualmente non necessitano di controlli all’ingresso in Italia ma possono rivolgersi ai centri individuati dalle Regioni per la valutazione strumentale dell’eventuale esposizione, previa appropriata raccolta di alcune informazioni anamnestiche.