Cronache
Dottoressa muore a Pisa dopo aggressione da parte di un ex paziente. Schillaci: “Siamo attoniti. Ora dobbiamo fare in modo che quanto accaduto a Barbara Capovani non si ripeta”
E' morta poco dopo le 23.40 di ieri la dottoressa Barbara Capovani, la psichiatra 55enne aggredita brutalmente venerdì sera fuori l'ospedale Santa Chiara di Pisa da un ex paziente psichiatrico, Gianluca Paul Seung. “Sì è conclusa alle 23.40 - scrive l'Asl in una nota congiunta con l'ospedale - la procedura di accertamento di morte con criteri neurologici. Come già preannunciato nel precedente bollettino medico, si procederà alla donazione degli organi così come da volontà espressa in vita dalla dottoressa Capovani, condivisa dai familiari e autorizzata dal magistrato”. L'autore della violenza, Seung, è stato arrestato nella notte di domenica dalla polizia nella sua casa di Torre del Lago, frazione del comune di Viareggio, in provincia di Lucca. Per il fermato, accusato di tentato omicidio, il capo di imputazione cambierà in omicidio aggravato dalla premeditazione.
Schillaci: “Morte Barbara Capovani grande dolore, sicurezza priorità”
“La morte di Barbara Capovani mi addolora profondamente, la violenza di cui è stata vittima è inaccettabile. Oggi è un giorno molto triste, ringrazio la famiglia per aver scelto di donare gli organi di Barbara e rivolgo a loro il mio personale e sentito cordoglio. La sicurezza di tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari mi sta particolarmente a cuore ed è per me una priorità su cui mi sono impegnato da subito. Insieme al ministro Piantedosi abbiamo aperto posti di polizia negli ospedali, con il decreto legge 34 abbiamo inasprito le pene e disposto la procedibilità d’ufficio per chi aggredisce personale sanitario e sociosanitario. Abbiamo anche avviato una forte campagna di sensibilizzazione per ricreare un rapporto di fiducia tra paziente e medico, perché è importante che i cittadini siano consapevoli che portare un camice bianco significa assicurare supporto, cura, aiuto. La vicenda della dottoressa Capovani ci lascia tutti attoniti ma non deve farci sentire impotenti: sono pronto insieme a Ordini, Federazioni e Sindacati, anche nell’ambito dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza delle professioni sanitarie e sociosanitarie, a lavorare per individuare ogni altra strada percorribile e soluzioni utili a prevenire ogni genere di violenza e a garantire i massimi livelli di sicurezza per chi si prende cura della salute, fisica e mentale, dei cittadini”.È quanto dichiara il Ministro della Salute, Orazio Schillaci.
“Nel corso di questi ultimi mesi – ha detto ancora il Ministro - abbiamo già iniziato ad affrontare il tema della salute mentale e della riforma delle procedure per l’assistenza nelle strutture residenziali psichiatriche. Mercoledì 26 aprile ci sarà una nuova riunione per la riorganizzazione del tavolo sulla psichiatria. Dobbiamo fare in modo che quanto accaduto a Barbara Capovani non si ripeta”.
“Riposa in pace Barbara, che la terra ti sia lieve. Tutti abbiamo pregato e sperato che la Dottoressa Barbara Capovani potesse riprendersi dalle ferite atroci e invece ci ha lasciati dopo aver lottato per ore. Dolore profondo della Toscana tutta che ci lascia sgomenti. Ci viene strappata una convinta psichiatra che aveva scelto la sanità pubblica dedicandosi negli anni con generosità, amore e professionalità a centinaia di pazienti”. Così il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani, sui social parla della morte della dottoressa Capovani, brutalmente aggredita davanti l'ospedale Santa Chiara di Pisa venerdì sera e morta domenica notte. «Ma la Dottoressa Capovani - aggiunge Giani - era anche una moglie e una mamma, ci stringiamo in particolare a suo marito e ai suoi figli che hanno chiesto la donazione degli organi che aiuteranno a salvare altre vite. Un abbraccio anche ai suoi colleghi e amici. A questo punto non ci resta che augurare buon lavoro alla magistratura perché possa essere assicurato alla giustizia l'infame assassino».
Purtroppo la tragica aggressione della collega Capovani è solo il più recente di una lunghissima sequenza di episodi violenti ai danni di medici e infermieri, che vanno dalle minacce a lesioni più o meno gravi. I dati ufficiali ne contano nell'ultimo anno 1.600, oltre 4 in media al giorno. E noi psichiatri abbiamo il triste record di aggressioni fisiche (34%), seguito a distanza dal personale dei pronto soccorso (20%). È evidente che c'è un problema che dev'essere affrontato e risolto». Lo sottolinea Armando Piccinni, presidente Brain Research Foundation (Brf)-Istituto per la ricerca scientifica in Psichiatria e Neuroscienze, tornando sulla morte della psichiatra Barbara Capovani, aggredita davanti all'ospedale di Pisa da un paziente psichiatrico.
"Non è la prima volta - continua Piccinni - che il mondo dei medici e degli infermieri, in particolar modo degli operatori che lavorano con pazienti psichiatrici, rilancia l'allarme sulle aggressioni di cui sono vittime. Purtroppo la sensazione è che queste parole siano cadute nel vuoto. Dobbiamo lavorare - conclude - tutti insieme per prevenire e gestire la violenza contro gli operatori sanitari, trovando soluzioni efficaci a questo grave fenomeno".