14 marzo -
I soggetti maggiormente a rischio di malattie renali sono adulti con età superiore ai 60 anni, ipertesi, diabetici, obesi e coloro che fanno abuso di farmaci anti-infiammatori. Lo evidenzia la Società italiana di nefrologia (Sin) nella brochure informativa distribuita in tutta Italia nel corso della Giornata mondiale del rene.
Si calcola – sottolinea la Sin – che in Italia ci siano circa 50mila pazienti in trattamento dialitico cronico. Le cause più comuni che portano all’insufficienza renale sono il diabete e l’ipertensione arteriosa non controllata. E infatti il 72% dei dializzati nel mondo sono pazienti diabetici e/o ipertesi. La prevenzione riveste un ruolo essenziale, soprattutto alla luce del fatto che nella fase ultima della malattia renale (insufficienza renale terminale) gli unici rimedi sono la dialisi e/o il trapianto.
"Grazie alla prevenzione si può quantomeno rallentare l'evoluzione delle malattie renali croniche - osserva
Giovambattista Capasso, presidente della Sin - Esse producono molteplici effetti non solo sulla salute e la qualità della vita delle persone, ma anche sul fronte dei costi. Basti pensare che per curare i 50mila pazienti che oggi sono arrivati alla dialisi, si spendono più di 2 miliardi di euro ogni anno, cioè circa il 2% dell'intera spesa sanitaria".