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QS Edizioni - domenica 22 dicembre 2024

Monchiero (Fiaso): “Serve un sistema che premi i virtuosi”

13 febbraio - “Sono d’accordo al 99% con quello che dice Zuccatelli”. Giovanni Monchiero, presidente Fiaso, è convinto: “Se ci sono gli estremi del commissariamento, è abbastanza assurdo che si nomini commissario proprio chi ha combinato il guaio”.

Dottor Monchiero, è d’accordo anche con la considerazione secondo la quale si sarebbero moltiplicati i ruoli medici per rispondere alla pletora di laureati in medicina degli anni ‘80-‘90?
La medicina si è molto evoluta in questi anni e così anche la qualità dei servizi. Tutto questo richiede certamente un numero maggiore di medici, ma inevitabilmente c’è stata anche qualche pressione sindacale o corporativa ridondante.
Tre miliardi di risparmi possibili eliminando le prestazioni inappropriate. Le sembra una valutazione realistica?
Assolutamente sì, perché sappiamo che c’è una ridondanza di prestazioni, soprattutto diagnostiche. Basti dire che in Italia, in media, ogni cittadino usufruisce di cinque visite in un anno, ma ci sono zone dove la media sale invece a sette, senza alcuna correlazione con il dato di salute. È il frutto di un consumismo sanitario sempre più diffuso.

Come si può correggere questo consumismo?
Individuarlo è semplice, ma intervenire è più difficile, perché occorre cambiare la cultura degli utenti e degli operatori. Anche i ticket hanno fallito in questa ottica di dissuasione  e hanno invece favorito uno spostamento dei consumi verso il privato.

E allora come si possono ottenere dei risparmi?
Credo che ci siano due vie. La prima sta nel rivedere i parametri di offerta: rete degli ospedali, rete dei servizi e anche i Lea. La seconda, che la Fiaso propone da tempo, sta nello sviluppo di una logica di governo della sanità fondata su autonomia e responsabilità: un sistema premiante per i professionisti e per le strutture, con criteri di finanziamento trasparenti ed equi per le aziende, che premino chi è più virtuoso.

Pensa che queste proposte possano entrare nel nuovo Patto per la Salute?
Temo di no, visto che non mi risulta siano state discusse a nessun livello di governo. Ma sarebbe bello.
13 febbraio 2012
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