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Test sierologici. Querelle sui social tra Giulio Gallera e Beppe Sala

A dare inizio al botta e risposta è stato il sindaco di Milano, Beppe Sala, che in merito alla possibilità di effettuare privatamente ai test sierologici, ha accusato l'assessore al Welfare di incoerenza (“Pochi giorni diceva: ‘invito tutti a non farli li ritengo inutili’”). Immediata la replica dell’assessore: “La posizione di Regione Lombardia è quella che recepisce le indicazioni della scienza” e cioè che “i test sierologici sono utili per valutare la circolazione virale, ma non possono essere considerati come strumento diagnostico”.

14 MAG - Test sierologici al centro, ieri, di uno scontro social tra il sindaco di Milano, Beppe Sala, e il ministro del Welfare di regione Lombardia, Giulio Gallera.

A dare inizio al botta e risposta per mezzo di video postati su Facebook è stato il sindaco di Milano, Beppe Sala, che ha accusato l’assessore di incoerenza e chiesto chiarezza sulla posizione della Regione, ma anche del ministero della Salute, sui questi test.
"Voglio tornare a parlare dei test sierologici” perché l'assessore Gallera “ha detto che c'è un'apertura affinché i privati facciano i test, dicendo però che se li pagano loro, 63 euro a test e che se ne prendono la responsabilità”, afferma Sala nel video su Facebook. Le dichiarazioni di Gallera sono, secondo Sala, “un po' bizzarre perché lo stesso assessore pochi giorni fa ha detto `invito tutti a non farli, li ritengo inutili´. Se però li fanno i privati possono essere utili, chissà…".

Il sindaco di Milano si è quindi rivolto all’assessore ma anche al ministro della Salute, Roberto Speranza: “Vorrei fare due domande - ha detto Sala-. La prima è rivolta insieme al presidente Fontana e al ministro della Salute Speranza e cioè: ci fate chiarezza su cosa pensate di questi test? E in più al ministro chiedo, ma come è pensabile che se un cittadino italiano e lombardo o veneto ha un trattamento rispetto ai test diverso?”.

Poi una domanda al presidente della Regione, Attilio Fontana: "Leggo che dice `riapriremo il 18 sulla base dei dati epidemiologici´. Ma quali sono questi dati?”.
 
 
 
Immediata la replica dell’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera. “Noto che indugi più volte in domande retoriche, strumentali, in richieste alla Regione, in polemiche con me e con la Regione, forse poche sono le cose che hai da raccontare sulle cose che stai facendo per i milanesi”, dice Gallera rivolto a Beppe Sala.

Poi aggiunge: Voglio chiarirti spero una volta per tutte la posizione sui test sierologici. Anche e potevi chiamarmi, se ritenevi; il mio numero ce l'hai da tanti anni, da quando collaboravamo insieme al Comune di Milano. In questi momenti più difficili io ti ho chiamato più volte, ci siamo sentiti, tu però ritieni che il modo più corretto sia usare i social e quindi usiamo pure i social”.

Quindi l’assessore è entrato nel merito dei test sierologici privati: “La posizione di Regione Lombardia, che si è concretizzata con una delibera” del 12 maggio “che recepisce le indicazioni della scienza, sia degli organismi europei che dell'ISS che del Ministero della Sanità, che è prevista e definita in maniera precisa e puntuale in diverse circolari del Ministero. Dispiace che una persona così attenta e in prima linea in questo momento non legga e non approfondisca gli atti fondamentali del ministero della Salute”. Quindi cita: “I test sierologici sono utili nella ricerca e nella valutazione della circolazione virale, in quanto sono uno strumento importante per stimare il livello di infezione in una comunità”, ma “non possono essere considerati come  strumento diagnostico sostitutivo del test molecolare”.

Purtroppo, conclude Sala, “non ci sono scorciatoie, la patente di immunità  non ce la può dare nessuno” e quindi “compito degli amministratori è fare in modo che siano rispettate norme anticontagio” perché “questi sono gli strumenti che dobbiamo indicare ai cittadini come unica strada per non essere infettati e non infettare”.
 

14 maggio 2020
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