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Coronavirus. Il Pd Lombardia chiede la testa di Gallera e Cajazzo

La richiesta di “rivedere radicalmente l’assetto, politico e tecnico, dell’Assessorato al Welfare e dei vertici della sua Direzione Generale, poiché è venuta meno la fiducia necessaria” alla luce di quanto accaduto nel corso dell’emergenza coronavirus, arriva con una mozione presentata il 28 aprile in Consiglio Regionale. Nell’atto si impegna anche la Regione a “riconsiderare, in sede di revisione della legge 23/2015, l’articolo 27 ter dal titolo Istituzione dell’Assessorato alla salute e politiche sociali ‘Welfare’”. LA MOZIONE

30 APR - Il Partito Democratico della Lombardia sfiducia l'assessore al Welfare, Giulio Gallera, il direttore della Welfare, Luigi Cajazzo, per l'inadeguatezza dimostrata nella gestione dell'emergenza coronavirus. E lo fa con una mozione presentata lo scorso 28 aprile in Consiglio regional.
 
“La Lombardia - si legge nella mozione - si è trovata, dal 21 febbraio scorso, al centro di una pandemia mondiale che in poco più di 2 mesi, sulla base dei dati forniti da Regione Lombardia, ha visto il numero dei cittadini positivi al Covid-19 arrivare a più di 75 mila” con “circa 14 mila decessi”. Eppure “stiamo assistendo ad una gestione incerta e deficitaria di questa emergenza”, nell’ambito della quale“non si è proceduto con la tamponatura di tutti gli operatori sanitari e sociosanitari in servizio, mettendoli a repentaglio e facendo diventare essi stessi veicolo del contagio”. E “il numero di test che la regione è in grado di processare al giorno è insufficiente”. Le Rsa sono diventate lo”focolai del virus a causa delle decisioni regionali”. I cittadini positivi al virus “hanno spesso dovuto gestire da soli la propria malattia rimanendo al proprio domicilio, senza trovare risposte adeguate nella medicina territoriale e, spesso, senza neppure venire contattati dalle strutture sanitarie”. E “la sanità territoriale è parsa, fin da subito, inadeguata a gestire il controllo del contagio”.
 
Nella mozione si accusano i responsabili della sanità regionale di non avere saputo guidare l’emergenza. E tutte le “incertezze” dimostrate “hanno contribuito a disorientare i cittadini, gli operatori sanitari e hanno creato difficoltà anche alla comunità scientifica, proprio nel momento in cui era assolutamente necessario che l’istituzione regionale trasmettesse fiducia e credibilità alla popolazione attraverso una guida politica sicura e coesa e una comunicazione precisa, sobria e determinata”, evidenziano i consiglieri del Pd, secondo i quali anche il piano per la fase 2 sanitaria non convince. Ci sono “ molte incognite su test sierologici per la popolazione, sulla riorganizzazione dei presidi ospedalieri, sulla ripresa delle attività sanitarie ordinarie”.
 
Ed è nel pieno di una emergenza che, pur presentando dati di contagi e decessi in discesa, non permette ancora di tirare un sospiro di sollievo, che il Partito Democratico, con la Mozione, impegna il presidente Attilio Fontana e la Giunta “a rivedere radicalmente l’assetto, politico e tecnico, dell’Assessorato al Welfare”, guidato da Giulio Gallera, "e dei vertici della sua Direzione Generale”, guidata da Luigi Cajazzo, “poiché è venuta meno la fiducia necessaria, indispensabile per affrontare con determinazione la fase della ripresa e garantire la progressiva normalizzazione del sistema sanitario e sociosanitario in una situazione di pandemia che ancora non può essere considerata sotto controllo”.
 
Dal Pd anche la richiesta di “riconsiderare, in sede di revisione della legge 23/2015, l’articolo 27 ter dal titolo Istituzione dell’Assessorato alla salute e politiche sociali ‘Welfare’, anche alla luce di quanto è accaduto nel corso di questa pandemia”.

30 aprile 2020
© Riproduzione riservata

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