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Coronavirus. Musica in ospedale per coprire i rumori dei macchinari

Iniziativa del Policlinico San Marco di Bergamo nel tentativo di offrire un po' di sollievo ai pazienti e agli operatori. L’idea è partita dal responsabile facente funzione del reparto sub intensivi, che racconta: “Mio padre è stato ricoverato nel mio reparto per Covid 19 e poiché ama la musica volevo fargli sentire una canzone. Ed è stato lì che la mia attenzione si è spostata su ciò che si sente nel reparto, ovvero il frastuono dei respiratori, le ruote dei carrelli che cigolano, il suono delle apparecchiature elettroniche che garantiscono la sopravvivenza dei ricoverati”.

01 APR - Musica il filodiffusione nel reparto Covid 19 e di terapia sub intensiva per coprire i rumori continui dei respiratori, le ruote dei carrelli che cigolano, il suono delle apparecchiature elettroniche, nel tentativo di dare sollievo agli operatori sanitari e ai pazienti. Il progetto è stato realizzato al Policlinico San Marco di Zingonia – ospedale bergamasco del Gruppo San Donato – grazie all’aiuto de colosso dell’arredamento Ikea e di un’azienda bergamasca, la Spider Linee Vita.

L’idea è partita dal dottor Nicola Sertori, medico trentatreenne, che in questi giorni è il responsabile facente funzione del reparto sub intensiva del Policlinico San Marco, in cui sono ricoverati 120 pazienti, tutti Covid 19. Un’intuizione subito raccolta dall’amministratore delegato dell’ospedale, Francesco Galli, e trasformata nel giro di pochissimi giorni in realtà, grazie a una gara di solidarietà.

“Nei giorni scorsi mio padre è stato ricoverato nel mio reparto per Covid 19 e poiché ama la musica volevo fargli sentire una canzone, in stile blues e country” racconta in una nota Sertori. “Ed è stato lì che la mia attenzione si è spostata su ciò che si sente nel reparto, ovvero il frastuono dei respiratori, le ruote dei carrelli che cigolano, il suono delle apparecchiature elettroniche che garantiscono la sopravvivenza dei ricoverati. Rumori che sentono sia i pazienti sia noi operatori. Ne ho parlato prima con il mio primario, Andrea D’Alessio, che ha appoggiato questa idea, e poi all’amministratore delegato che l’ha subito sposata con entusiasmo”.

“Quando il dottor Sertori mi ha proposto questa idea mi sono subito attivato per cercare di realizzarla in tempi brevi” commenta Francesco Galli, ad degli Istituti Ospedalieri Bergamaschi. “Ho scritto un post su Facebook su come risolvere tecnicamente la diffusione e nell’arco di poche ore sono stato travolto da un’ondata di post da parte di amici e conoscenti, tutti pronti a dare una mano. In un giorno abbiamo definito la soluzione. È stato davvero sorprendente. In questo tam tam ho ottenuto entro il giorno dopo i contatti di due aziende che potevano fornire la tecnologia adeguata, una bergamasca e Ikea. Contattate per telefono, abbiamo immediatamente ricevuto la disponibilità alla donazione delle apparecchiature per la filodiffusione. In cinque giorni abbiamo già montato i primi apparecchi. Un gran lavoro di squadra, per il quale voglio ringraziare davvero tutti, che ci permetterà di offrire ai nostri pazienti un sollievo, seppur parziale, in un momento così delicato e difficile”.

Inizialmente la musica sarà portata nei reparti sub intensivi, poi nei relativi corridoi e successivamente nel pronto soccorso. Dopo il Policlinico San Marco, il progetto verrà esteso ad altri ospedali del Gruppo San Donato, a partire dal Policlinico di Ponte San Pietro, ospedale “gemello” del Policlinico San Marco sempre in provincia di Bergamo - che conta quasi 200 pazienti Covid 19 tra reparti di degenza, sub-intensivi e terapia intensiva – e al Policlinico San Donato di Milano.

“In questo momento di emergenza in cui si assiste anche all’impossibilità da parte dei pazienti ricoverati di interagire con i loro cari, questo progetto ci è sembrato un modo per alleggerire la sofferenza” commenta Giuseppe Lupi, amministratore dell’azienda bergamasca, Spider Linee Vita. “Per questa ragione non abbiamo avuto la minima esitazione”.

01 aprile 2020
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