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Il Policlinico di Milano e l’Università Statale di Milano partner dell'Aeronautica Militare per attività mediche e scientifiche

L'Ospedale e l'Università degli Studi di Milano siglano un accordo quadro per condividere con il Corpo Sanitario Aeronautico progetti scientifici, formazione avanzata e sviluppo di tecnologie biomediche.

15 OTT - Voli sempre più sicuri, siano essi civili che militari. Contemporaneamente anche studi all’avanguardia: medicina rigenerativa, ricerca contro l’invecchiamento, terapie cellulari e nuove tecnologie biomediche per il trattamento delle lesioni neurologiche gravi.

Tutto questo è frutto di un accordo quadro tra il Policlinico dell’Università di Milano e Aeronautica Militare Italiana. Accordo che per la prima volta fa del Policlinico di Milano il partner medico ufficiale dell’Aeronautica.

 

Tra i progetti che potranno prendere il via c’è quello che studierà le diverse tipologie di invecchiamento, uno degli ambiti di studio più recenti della medicina moderna preventiva e terapeutica, che trae origine proprio dalla medicina aerospaziale.

 

L’invecchiamento è strettamente legato all’adattabilità dell’uomo a condizioni di vita estreme o all’esposizione a fattori fisici e a stress ossidativi, che possono accelerarne i processi: situazioni che si verificano ad esempio nelle attività di volo atmosferico ed extra-atmosferico. Studiare quindi le differenze tra la popolazione generale e gli individui esposti a queste condizioni estreme o di stress può essere utile per scoprire meccanismi specifici di invecchiamento fisiologico o patologico, e quindi individuare possibili vie per rallentarne gli effetti.

 

Invecchiamento che rappresenta l’orizzonte verso cui si dirige l’assistenza del prossimo futuro: gli ultimissimi dati delle Nazioni Unite che fanno una proiezione per l’Italia dell’andamento dell’età della popolazione dal 2019 al 2100 parlano chiaro: nel 2020 gli under 15 saranno il 12,99%& della popolazione, gli over 65 il 23,30% e gli over 80 – che sono considerati ormai i veri “vecchi” – il 1,49 per cento. Ma già dopo soli dieci anni, nel 2030, la situazione assumerà un'altra conformazione epidemiologica e sotto i 15 anni ci sarà l’11.18% della popolazione (-1,81%), sopra i 65 anni il 27,89% (+4,59%) e sopra gli 80 anni il 9% della popolazione (+1,51%).

 

Altra linea di ricerca sarà quella per approfondire i problemi metabolici in grado di condizionare l’idoneità al volo: un campo di studio che permetterà una sempre più efficace tutela della salute e della sicurezza non solo dei piloti militari e civili, ma anche dei passeggeri, del traffico aereo e delle operazioni militari che prevedono l’uso di mezzi aeronautici.

 

Il Laboratorio di Neurochirurgia Sperimentale e Terapia Cellulare del Policlinico lavorerà anche in sinergia con Statale di Milano e Aeronautica per ampliare gli studi sulle cellule staminali, con l’obiettivo di migliorare le tecnologie per la rigenerazione dei tessuti. Un aspetto che avrebbe grandi implicazioni pratiche, ad esempio nel riparare lesioni a carico della colonna vertebrale, del sistema nervoso, come pure nella guarigione delle ferite difficili o nelle ustioni gravi.

 

Allo studio ci saranno anche tutti quei meccanismi che potenziano l’azione delle cellule staminali, come l’ipossia (ovvero la carenza di ossigeno), le variazioni metaboliche e le stimolazioni fisiche costituite da applicazioni di ultrasuoni o di campi elettromagnetici.

 

E per l’Italia questo è un settore d’eccellenza: secondo gli ultimi dati Eurostat di pochi giorni fa, il numero assoluto più elevato di trapianti di cellule staminali è stato in Germania (7.700), Francia (5.500), Italia (5.100), Regno Unito (3.800) e Spagna (3.100), ma anche rapportando i valori a una scala di confronto di 100mila abitanti, con 19,8 trapianti di cellule staminali per 100.000 abitanti, il Lussemburgo ha registrato il tasso più alto tra gli Stati membri dell'Ue nel 2017, seguito da Germania (9.3), Italia (8.5), Francia (8.3), Svezia (8.1) e Lituania (8.0).

 

Commenta il Rettore dell’Università Statale di Milano Elio Franzini: “Sono molto orgoglioso che la Statale sia partner di questo accordo che guarda dritto verso il futuro: l’eccellenza della nostra aeronautica militare e dell’ambito aerospaziale troverà importantissime sinergie e ambiti di collaborazione con numerose delle linee di ricerca scientifica più innovative e di frontiera sviluppate dai nostri laboratori, che toccano alcuni dei temi più importanti per il futuro della popolazione”.

 

“L’accordo quadro rende tangibile l’impegno a fare sinergia con le eccellenze del territorio – spiega il Comandante Logistico dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Giovanni Fantuzzi – La relazione virtuosa tra istituzioni, allo stesso tempo in ambito formativo ed operativo, è un’opera doverosa e preziosa per la comunità e genera un volano per la ricerca scientifica che costituisce oggi motivo di orgoglio per la Lombardia e l’Italia tutta.

 

I risultati della nostra ricerca congiunta saranno sicuramente determinanti anche in ambito Aerospaziale, per la selezione e l’addestramento dei piloti militari, astronauti e cosmonauti, la gestione da terra dei problemi sanitari durante il volo spaziale e la riabilitazione del personale al momento del rientro a terra dopo lunghi periodi di esposizione a condizioni di microgravità, contribuendo al trasferimento tecnologico per il miglioramento dell’offerta di diagnosi e cura per la Società tutta, in linea con i più moderni standard internazionali”.

15 ottobre 2019
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