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Ospedale Poma di Mantova. Coletto (Sott. Salute): “Non risultano trial clinici autorizzati da Aifa per chemioterapie a somministrazione locoregionale”

"Il Ministero della salute seguirà con attenzione l'evolversi della vicenda attuando tutte le iniziative di propria competenza, laddove se ne ravvisi l'opportunità, a garanzia della salute dei pazienti". Così il sottosegretario alla Salute rispondendo all'interrogazione di Zolezzi (M5S) sui casi di somministrazioni di chemioterapici per via locoregionale, senza consenso informato e non contemplate dalle linee guida, sulle quali sta indagando la magistratura.

27 GIU - "Su richiesta del Ministero, Aifa ha riferito che ad oggi non risultano trial clinici, autorizzati dall'Agenzia, riconducibili alla tipologia di trattamento oggetto di interesse (chemioterapie a somministrazione locoregionale). Con riferimento, inoltre, ai profili connessi al consenso informato, Aifa ha rammentato che le modalità di acquisizione e di rispetto delle corrette informazioni al paziente sono di pertinenza della struttura sanitaria o eventualmente del Comitato Etico cui il centro clinico afferisce. Il Comando dei Nas ha altresì informato che il procedimento penale è tuttora pendente poiché, per quanto fosse stata presentata richiesta di archiviazione, il Gup ha disposto comunque indagini suppletive. Il Ministero della salute seguirà con estrema attenzione l'evolversi della vicenda attuando tutte le iniziative di propria competenza a garanzia della salute dei pazienti".
 
Così il sottosegretario alla Salute Luca Coletto ha risposto ieri in Commissione Affari Sociali all'interrogazione presentata da Alberto Zolezzi (M5S) sui casi di somministrazioni di chemioterapici per via locoregionale, senza consenso informato e non contemplate dalle linee guida, sulle quali sta indagando la magistratura.
 
Questa la risposta integrale del sottosegretario Coletto:
"Preliminarmente occorre precisare che sulle questioni segnalate dall'onorevole interrogante pende tuttora un procedimento penale presso la Procura della Repubblica di Mantova, i cui esiti risulteranno certamente utili per l'adozione delle misure di competenza del Ministero della salute. Nelle more del suddetto procedimento, si ritiene comunque utile riferire in questa sede circa gli ulteriori approfondimenti che il Ministero ha ritenuto di porre in essere, nell'ambito delle sue competenze, proprio per effetto di questo atto ispettivo.
 
Innanzitutto, va detto che, su richiesta del Ministero, AIFA ha riferito, con nota del 7 marzo 2019, che ad oggi non risultano « trial clinici», autorizzati dall'Agenzia, riconducibili alla tipologia di trattamento oggetto di interesse (chemioterapie a somministrazione locoregionale).
Con riferimento, inoltre, ai profili connessi al consenso informato, AIFA ha rammentato che le modalità di acquisizione e di rispetto delle corrette informazioni al paziente sono di pertinenza della struttura sanitaria (se trattasi di pratica clinica o di singolo utilizzo off label) o eventualmente del Comitato Etico cui il centro clinico afferisce (se trattasi di sperimentazione clinica o di uso cosiddetto compassionevole).
Il Ministero della salute ha, inoltre, acquisito aggiornati elementi da parte dell'A.S.S.T. di Mantova, per il tramite della locale Prefettura, con i quali – in estrema sintesi – l'Azienda ha inteso fornire elementi informativi a supporto della correttezza del proprio operato.
 
A tal riguardo, in considerazione della complessità degli elementi forniti – la cui valutazione nel merito esorbita, in ogni caso, dalle competenze del Ministero – si ritiene di poter assicurare un migliore contributo informativo a beneficio dell'interrogante anche mettendo a disposizione la documentazione pervenuta agli uffici ministeriali.
Preme in questa sede solo evidenziare che si è ritenuto opportuno trasmettere tale documentazione al Comando Carabinieri per la Tutela della salute, che – impregiudicate le valutazioni più strettamente afferenti il procedimento penale in corso – ha successivamente inteso precisare che all'esito delle indagini delegate ai NAS di Brescia, l'autorità giudiziaria ha affidato diversi casi clinici a CTU al fine di valutarne l'appropriatezza della scelta terapeutica, ipotizzando a carico del direttore i reati di omicidio colposo, truffa in danno del SSN e falso ideologico.
 
Il Comando ha altresì informato che il procedimento penale è tuttora pendente poiché, per quanto fosse stata presentata richiesta di archiviazione, il GUP ha disposto comunque indagini suppletive.
 
Si conclude, pertanto dando piena assicurazione che, per quanto i fatti evidenziati dall'onorevole interrogante – per un verso – siano sottoposti al vaglio dell'autorità giudiziaria e – per altro verso – afferiscano alla diretta responsabilità gestionale ed organizzativa dell'A.S.S.T. di Mantova (che, a quanto si apprende da notizie di stampa, avrebbe di recente confermato Fincarico di primario al dottor Cantore), il Ministero della salute seguirà con estrema attenzione l'evolversi della vicenda attuando tutte le iniziative di propria competenza, laddove se ne ravvisi l'opportunità, a garanzia della salute dei pazienti della Azienda in questione".
 
In sede di replica, Alberto Zolezzi (M5S) nel ringraziare il Ministero della salute per l'attenzione posta al tema oggetto della sua interrogazione, ricorda che a causa dalla decisione, assunta alcuni anni fa dal nuovo primario dell'Ospedale di Mantova, di interrompere le cure fino a quel momento assicurate a persone malate di tumore, si è determinata una situazione che ha portato sia all'esodo dei pazienti che al decesso di alcuni di essi. Tale vicenda incresciosa, a suo avviso, è stata probabilmente determinata dalla volontà di promuovere terapie più invasive e più costose e, quindi, con una finalità di lucro. Auspica che sia fatta piena luce su tale vicenda, lamentando il fatto che la magistratura abbia dovuto svolgere un compito che sarebbe stato proprio dell'amministrazione sanitaria.

27 giugno 2019
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