Incombenze amministrative. Chi dovrebbe farsene carico al posto del medico?
31 AGO -
Gentile Direttore,
scorrendo gli articoli pubblicati sul suo giornale che, devo dire, aiutano il lettore ad ampliare la prospettiva e aumentare le angolature visive per meglio capire i fatti che pregnano la sanità italiana, leggo con molto interesse due linee di pensiero che, proverò di seguito a spiegare, confliggono o per lo meno stridono nei loro aspetti concettuali.
Dunque, non pochi pezzi pubblicati dalla sua redazione, evidenziano con molte sottolineature l'importante carenza di medici che, cito a memoria, ha messo in grave crisi la tenuta del Sistema Sanitario Nazionale.
Ora, nulla si può eccepire sulla questione, ho personalmente potuto osservare le difficoltà che i medici stanno vivendo nel territorio milanese dopo il blocco del turn over agito negli ultimi anni e lo speculare aggravio delle prestazioni imposte dalla recente riforma del Sistema Sanitario Regionale.
E vero, mancano medici.
Cristallizzato questo concetto che, come su detto, mi trova perfettamente d’accordo, leggo, sempre tra le pagine del suo notiziario, una
riflessione espressa da un medico che vuole una devoluzione di alcune funzioni, tipiche della propria professione, al personale di supporto adeguatamente formato.
Una per tutte, dice il medico, si parla sempre delle su richiamate funzioni, potrebbe essere la compilazione delle SDO e delle impegnative per richieste di esami ematochimici e strumentali. L’argomentazione a suggello di questa tesi espressa dal medico di cui sopra, consiste di affrancare il medico da inutili funzioni amministrative al fine di concedergli più tempo per l'assistenza dell'ammalato.
Potrebbe essere un'idea.
Certo, devolvere la compilazione delle SDO, che fino ad oggi sono di esclusiva responsabilità del Direttore dell’Unità Operativa, all'Operatore Socio Sanitario (OSS), forse, ed esprimo un mio modesto pensiero, è un piccolo azzardo.
Vede, se si parla di personale di supporto e si vogliono tenere fuori dalla discussione gli infermieri che una volta, ma tanti anni fa, si vedevano appellare in tal modo, rimangono solo gli OSS.
È pressoché improbabile, riconoscendole anche senza conoscerla una certa intelligenza, che la collega medico volesse intendere gli infermieri come personale di supporto adeguatamente formato.
Se ciò fosse vero, la pregiatissima collega avrebbe perso, con molta ingenuità, gli ultimi anni di produzione normativa e fattuale che, non da ultimo, hanno permesso la costituzione dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche.
Acclarato ciò come un equivoco semantico, rimane la questione degli OSS.
Vede Direttore, gli operatori socio sanitari stanno facendo un grosso sforzo per inserirsi nel mondo sanitario e la loro funzione è encomiabile se ben inserita nell'equipe assistenziale; lasciamoli percorrere la loro strada che non è facile ed evitiamo, se posso esprimere il mio parere, di aggiungere alle loro mansioni la compilazione delle SDO e delle impegnative: forse è un po' troppo.
Un caro saluto
Ciro Balzano
Infermiere, Giurista e Consigliere OPI Milano - Lodi - Brianza
31 agosto 2018
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