Morbillo. Allerta dai pediatri dell’ospedale Sacra Famiglia Fatebenefratelli di Erba: “Nell’incertezza rifare il vaccino”
Questo il consiglio del primario di pediatria dell’Ospedale di Erba (Como), dopo i tre casi di morbillo in adolescenti. “Molti nati dopo gli anni '90 non hanno completato i due richiami, che sono fondamentali per dare una copertura per la vita. Tutto questo ha portato alla ricomparsa della malattia e a quella di morbilli atipici nei soggetti vaccinati parzialmente”
29 AGO - “Se di morbillo si torna a morire lo si deve alle mancate vaccinazioni o, più spesso, al mancato richiamo”. È quanto ha spiegato
Gaetano Mariani, primario di pediatria all’ospedale Sacra Famiglia Fatebenefratelli di Erba (Como) dopo tre casi di morbillo nell’Erbese, tutti riscontrati su adolescenti.
“Sono adolescenti non vaccinati o che hanno ricevuto una sola dose di vaccino – spiega
Gaetano Mariani, primario di pediatria all’ospedale Sacra Famiglia Fatebenefratelli di Erba (Como). Se di morbillo si torna a morire lo si deve alle mancate vaccinazioni o, più spesso, al mancato richiamo. Prima degli anni ‘80, infatti, ci si ammalava di morbillo e chi superava la fase acuta della malattia sviluppava gli anticorpi che lo difendevano per tutta la vita. Dagli anni ’90 dall’avvento del vaccino trivalente (morbillo-rosolia-parotite), la malattia è stata quasi debellata ma, negli ultimi anni a causa della non obbligatorietà della vaccinazione e scarsa sensibilità sociale nei genitori, la copertura vaccinale nella popolazione è scesa sotto la soglia del 95%; inoltre, molti nati dopo gli anni 90 non hanno completato i due richiami, che sono fondamentali per dare una copertura per la vita. Tutto questo ha portato alla ricomparsa della malattia e a quella di morbilli atipici nei soggetti vaccinati parzialmente: molti soggetti sono dunque più a rischio di sviluppare la malattia e sono quelli che per ragioni di salute non possono essere vaccinati, oltre alla popolazione che ha una età compresa tra i 15 anni e i 37 anni ( con una mediana di 27 anni). In pratica, ogni adulto che non ha completato correttamente il ciclo del trivalente rischia di essere esposto alla malattia diventando un pericolo per i propri figli non vaccinati.
I numeri confermano l’allarme: 41mila casi nell’Ue nei primi sei mesi dell’anno e la fascia che va dall’adolescenza fino 35 anni è la più colpita: siamo di fronte a un problema da non sottovalutare e che interessa anche gli operatori sanitari Quest’anno in Europa ci sono già stati 37 morti e le complicanze neurologiche possono lasciare segni indelebili, come disabilità permanenti. “Non ci sono cure per le complicanze - spiega Mariani - e andarsene in giro con un trivalente incompleto significa - nella migliore delle ipotesi - essere potenziali vettori del virus. Quindi consiglio caldamente, nel dubbio, di rivaccinarsi”.
La malattia esantematica provoca le caratteristiche macchie rossastre sulla pelle ed è sempre associata a tosse stizzosa e febbre che sale con puntate ogni giorno più alte fino alla comparsa delle manifestazioni cutanee poi gradatamente decresce. Se trascurata può portare a complicanze come polmonite e vari gradi di encefalite; in percentuale ridotta anche alla morte.
Dubbi sulla necessità di vaccinarsi? “Nessuno – assicura Mariani – in quanto con la vaccinazione non si corrono rischi, mentre si corrono e si fanno correre agli altri trascurando di vaccinarsi”.
29 agosto 2018
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