Muttillo (Opi Mi-Lo-Mb): “Sciopero infermieri non è ritorsione, ma un appello di chi vuole far sentire la propria voce”
“Riteniamo che l’attuale proposta contrattuale sia irricevibile e non si possa sottoscrivere. Non ci riferiamo solo al riconoscimento economico, che è comunque imprescindibile. Il focus va in particolare in direzione di politiche del personale che frenino il demansionamento strisciante”.
15 FEB - “Lo sciopero non è una ritorsione, ma un appello corale, storico, di chi vuole far sentire la propria voce forte e chiara per evidenziare tutte le promesse disattese”.
Così l’Ordine delle professioni infermieristiche di Milano-Lodi-Monza e Brianza annuncia per bocca del suo presidente
Giovanni Muttillo l’adesione allo sciopero nazionale degli infermieri che si terrà il prossimo 23 febbraio.
“Rinnovare il contratto e stanziare nuove risorse per il Ssn per le reiterate condizioni di lavoro, tra le peggiori degli ultimi 10 anni, in reparti o interi ospedali pubblici e privati, messi in ginocchio da tagli di personale: sono queste le priorità”, dice Muttillo.
“Peraltro in molte strutture, registriamo il paradosso della cronica carenza di personale, che non permette neanche di esercitare il diritto di scioperare in quanto gli organici sono già ridotti ai livelli minimi. Quindi il clima è teso anche perché da una parte vi è la consapevolezza della legge sulla responsabilità sanitaria, la nuova legge ordinistica, dall’altra, in fondo, gli infermieri sono da anni inascoltati, con percorsi universitari non riconosciuti, deprofessionalizzati, spesso non riconosciuti nel privato come professionisti ma solo come forza lavoro, precari ricattati da retribuzioni non degne di un esercente una professione sanitaria”.
Il presidente dell’ordine di Milano, perciò, ha invitato “tutti i nostri colleghi professionisti ad aderire a questo sciopero perché riteniamo che l’attuale proposta contrattuale sia irricevibile e non si possa sottoscrivere. Non ci riferiamo solo al riconoscimento economico, che è comunque imprescindibile. Il focus va in particolare in direzione di politiche del personale che frenino il demansionamento strisciante, oggi una realtà molto diffusa in numerosissimi contesti, con un sostegno evidente alla legittimazione, del ruolo, dell’autonomia, delle responsabilità e delle competenze, che purtroppo oggi trova riscontro solo in poche realtà virtuose”, ha aggiunto Muttillo.
“Per questo come Consiglio Direttivo abbiamo deciso non solo di sostenere l’iniziativa, ma di aderirvi in quanto riteniamo che sia nostro dovere e responsabilità orientare le politiche a sostegno della professione. La trasformazione dei Collegi in Ordini professionali è un segno tangibile del grande salto culturale che la professione ha fatto. A questo punto occorre che il sistema tutto si adegui a tale cambiamento. Anche una riflessione sull’effettivo fabbisogno formativo e sui curricula nelle università rappresenta un aspetto essenziale se si vuole dare una risposta concreta ai bisogni di salute dei nostri assistiti".
15 febbraio 2018
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