Epatite B cronica. Lombardia stanzia 3,3 milioni per trovare la cura
L’assessore all’Università, Ricerca e Open innovation, Luca Del Gobbo, ha siglato un Accordo per la Ricerca con la Promidis srl per lo sviluppo di un farmaco innovativo in grado di sconfiggere il virus. Partner del progetto sono l’Istituto Nazionale di Genetica Molecolare, l’Ospedale San Raffaele, l’Università degli Studi di Milano e il Policlicnico “San Matteo”. L'investimento complessivo ammonta a 5,6 milioni di euro.
11 LUG - E’ la Regione Lombardia a dare un importante contributo alla realizzazione di farmaci innovativi per curare definitivamente l’epatite B cronica. Grazie all’Accordo per la Ricerca sottoscritto dall’assessore all’Università, Ricerca e Open innovation,
Luca Del Gobbo, con il presidente di Promidis srl,
Pietro Di Lorenzo, si concretizza la possibilità di raggiungere un risultato straordinario.
“Quando parliamo di epatite B - ha detto Del Gobbo alla presentazione del programma - parliamo di una patologia causata dal virus HBV che intacca pericolosamente un organo vitale come il fegato. Il 5 per cento degli adulti e oltre il 50 dei bambini al di sotto dei 5 anni infettati da questo virus diventano malati cronici. Su scala mondiale sono 300 milioni le persone affette da questa patologia, di cui 1 milione muore ogni anno”.
Attualmente, evidenzia in una nota la Regione Lombardia, “la medicina offre vaccini in grado di prevenire l’infezione, ma non di curare definitivamente l’epatite B cronica”. “I malati quindi - ha sottolineato l’assessore - devono assumere farmaci per tutta la vita e questo significa costi elevatissimi per il sistema sanitario e la non certezza di ridurre il rischio del cancro al fegato. Dal 2009 al 2015 la spesa sanitaria per la cura dell’Epatite B, in Lombardia, è raddoppiata passando da 12 a 24 milioni di euro”.
Il progetto su cui hanno già cominciato a lavorare Promidis e gli altri partner della rete intende dunque assicurare proprio questo risultato: la cura definitiva di un male ancora fortemente diffuso.
In questo scenario, favorito dalla Legge regionale 29 ‘Lombardia è Ricerca’, muta il ruolo della pubblica amministrazione. “Vogliamo aprire spazi - ha continuato Del Gobbo - e creare dinamiche per le quali cittadini, famiglie, imprese, centri di ricerca non sono più solo destinatari delle politiche, ma sono anzitutto protagonisti, con una voce in capitolo e con la possibilità di dare gambe a idee anche rivoluzionarie, ma sempre con una ricaduta positiva sulla vita delle persone”.
Gli “Accordi per la ricerca e l’innovazione”, istituiti appunto con la Legge 29/2016, sono traduzione concreta di questo approccio. Si tratta di uno strumento che esce dalla logica dei vecchi bandi e si concentra sulla negoziazione tra le parti rispetto agli elementi tecnici, ai tempi, alle risorse e alle modalità di compartecipazione a un progetto comune.
Su questa misura Regione Lombardia ha stanziato ben 106 milioni di euro a fondo perduto che serviranno a finanziare 32 progetti - scelti su un totale di 90 presentati - all’interno dei quali lavoreranno 210 soggetti di cui 130 imprese (grandi, medie e piccole) e 80 organismi di ricerca. Una massa critica importante.
Realizzare questi progetti, significa anche creare nuovi posti di lavoro: “Saranno 800 i contratti di ricerca per un periodo di 30 mesi, che generano 50 milioni di euro di in vestimenti di cui 25 stanziati da Regione Lombardia”, ha detto l’assessore.
Tra questi progetti, quello con capofila Promidis riceverà un contributo da parte di Regione Lombardia pari a 3,3 milioni di euro, su un investimento complessivo di 5,6 milioni di euro.
LA SCHEDA DEL PROGETTO
L’obiettivo del progetto è la scoperta di farmaci innovativi per la cura dell’epatite B (TRL 3: Prova sperimentale del concetto in ambito preclinico). L’epatite B è una malattia infiammatoria del fegato causata dal virus HBV. Il 5 per cento degli adulti e il 50 dei bambini al di sotto dei 5 anni infettati da HBV diventano malati cronici ad elevato rischio di sviluppare cirrosi e cancro del fegato.
N
el mondo sono più di 300 milioni i portatori cronici di HBV e 1 milione di essi muore ogni anno. I vaccini in uso sono in grado di prevenire l’infezione ma non di curare l’epatite B cronica, per la quale esistono pochi farmaci antivirali che, come nel caso dei farmaci anti-HIV, vanno assunti per tutta la vita per evitare pericolosi rebound virali e di malattia epatica. Inoltre, tali terapie hanno costi molto elevati per il SSN e non riducono significativamente il rischio di sviluppare il cancro del fegato. Nel corso del progetto, si identificheranno candidati farmaci in grado di curare definitivamente l’epatite B cronica. Tale risultato sarà reso possibile coniugando le elevate competenze dei partner in termini di ricerca sperimentale e di esperienza industriale nella scoperta di nuovi farmaci.
Il Partenariato proponente consta dei seguenti membri: Promidis Srl; Istituto Nazionale di Genetica Molecolare (INGM); Ospedale San Raffaele (OSR), Università degli Studi di Milano (UniMI); Policlicnico "San Matteo".
I Partner svolgeranno le attività seguenti:
1. Promidis, partner industriale capofila esperto di drug discovery, coordinerà l’intero progetto integrando le attività di preparazione di NCE inibitori del capside di HBV e acidi peptido nucleici (PNA) anti-HBV e anticorpi monoclonali umani - Mab anti-HBV- con la loro caratterizzazione nei saggi in vitro e nei modelli animali allo scopo di valutarne l’efficacia.
Promidis si occuperà del sotto progetto di sua competenza: il disegno, la sintesi e l’ottimizzazione di nuovi composti anti- HBV che interferiscano con la formazione del capside di HBV.
Successivamente, l’esplorazione sarà estesa a nuove serie di composti ottenuti mediante screening in silico e/o HTS.
2. UniMI, si occuperà della sintesi di PNA antisenso per silenziare l’MRNA virale. Inoltre si occuperà di individuare e sintetizzare le opportune molecole da coniugare al PNA per la sua veicolazione in cellula.
3. San Matteo si occuperà dell’isolamento e caratterizzazione di MAB umani anti-HBV per neutralizzare le particelle virali e distruggere le cellule infette, utilizzando modelli d’infezione in vitro sviluppati da INGM.
4. INGM si occuperà della validazione in sistemi cellulari dei profili di tossicità ed efficacia antivirale dei composti prodotti da Promidis (inibitori del capside di HBV), di UniMi (PNA anti-HBV) e valutazione comparativa e/o sinergica fra MAB e NCE. A questo scopo, svilupperà nuovi saggi d’infezione in vitro compatibili con screening HTS e saggi per la rilevazione specifica del ccc DNA virale.
5. OSR si occuperà della validazione in vivo (in modelli murini dedicati) dei profili di tossicità ed efficacia (attività antivirali e attività immunostimolanti) delle NCE di Promidis, dei PNA di UniMi e dei MAB umani del San Matteo.
11 luglio 2017
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