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18° European Congress of Endocrinology. Irccs Galeazzi presenta studio che indaga influenza metabolismo osseo su organi e tessuto

L’abstract, presentato dal laboratorio di Biochimica Sperimentale dell’Irccs, sviluppato in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e l’Università degli Studi di Verona analizza l’associazione tra le modificazioni endocrino-metaboliche ed osteo-metaboliche in un gruppo di ultramaratoneti di montagna prima e dopo l’ultramaratona di montagna Vigolana Trail®, tenutasi a Vigolo Vattaro (TN) nel giugno 2014.

31 MAG - La ricerca dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi (una del 18 strutture del Gruppo ospedaliero San Donato) riceve, ancora una volta, un importante riconoscimento europeo: l’abstract dal titolo “Ultra-trail marathon induces bone response in association with acute and established metabolic changes” è stato scelto come comunicazione orale del 18th European Congress of Endocrinology (ECE) nella sessione “Bone & Calcium Homeostasis”, un evento di portata mondiale in cui la presentazione delle più avanzate ricerche cliniche e biomediche si affianca all’aggiornamento di clinici, infermieri e addetti ai lavori.

L’abstract, presentato dal laboratorio di Biochimica Sperimentale dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi guidato da Giovanni Lombardi e da Giuseppe Banfi, sviluppato in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e l’Università degli Studi di Verona analizza l’associazione tra le modificazioni endocrino-metaboliche ed osteo-metaboliche in un gruppo di ultramaratoneti di montagna prima e dopo l’ultramaratona di montagna Vigolana Trail®, tenutasi a Vigolo Vattaro (TN) nel giugno 2014. Questi soggetti altamente allenati ed, in un certo senso, selezionati dalla natura a svolgere un’ attività incredibilmente dura, sfidando i limiti della resistenza umana, sono stati confrontati con un gruppo di soggetti giovani moderatamente attivi (gruppo di controllo). I risultati dimostrano che se da un lato, sorprendentemente, il profilo metabolico degli atleti a riposo non differisce in maniera importante da quello del gruppo di controllo, il profilo osteo-metabolico è, invece, decisamente migliore nei primi, dimostrando che questo tipo di attività fisica, a differenza di altre attività di resistenza, induce, nel lungo periodo, un guadagno rilevante di massa ossea.

Al termine della gara si osserva un blocco della formazione ossea e un incremento del riassorbimento: questo effetto acuto, però, mantiene in ogni caso uno status osseo migliore di quello osservato nel gruppo di controllo. Inoltre, le importanti modificazioni del profilo endocrino-metabolico, osservate al termine della gara, indicano che questa inversione del metabolismo osseo favorisce un’ottimizzazione delle risorse energetiche, ciò è fondamentale in condizioni di salvaguardia delle funzioni più importanti (cerebrali, epatiche e pancreatiche in questo caso) a spese di organi il cui funzionamento è momentaneamente secondario.

“I nostri studi dimostrano come lo stato di salute dell’osso sia un fattore modificatore fondamentale di condizioni dismetaboliche, quali sindromi metaboliche e diabete di tipo II” afferma Giovanni Lombardi “L’osso non è solo l’impalcatura del nostro corpo, ma è un organo con funzioni essenziali che ha un ruolo chiave, al pari degli “organi nobili”, nel mantenimento dello stato di salute e problemi ossei sono spesso presenti in patologie sindromiche. Ad esempio, il diabete di tipo II, patologia del metabolismo, è associato ad un aumentato rischio di frattura, di contro l’osteoporosi, patologia di pertinenza ossea, è associata a una serie di comorbidità dismetaboliche e cardiovascolari. In sintesi, le patologie del metabolismo osseo rappresentano uno degli aspetti delle patologie dismetaboliche. L’attività fisica è una terapia efficace non solo per queste condizioni, ma è anche un ottimo trattamento preventivo nei confronti di perdite di massa ossea dovute all’invecchiamento. Tipologia ed intensità dell’attività fisica dovrebbero essere svolte in modo tale da coniugare i benefici metabolici e cardiorespiratori a una positiva risposta del tessuto osseo. I nostri studi dimostrano che questo tipo di intervento avrebbe un’efficacia superiore sotto tutti i punti di vista. Nello specifico, studiare situazioni estreme, come una ultra-maratona di montagna, ci permette di comprendere al meglio questi meccanismi proprio in virtù di questa estremizzazione della risposta”.

I risvolti di questo studiano trovano applicazione anche nella vita quotidiana e nell’attività sportiva meno estrema. Per mantenere sano il tessuto osseo, in tutte le fasi della vita, sono sufficienti brevi sessioni di esercizi pliometrici ad alto ritmo della durata 10-20 minuti per tre volte la settimana per i soggetti giovani, esercizi a ritmo alternato della durata di 30-60 minuti per tre volte la settimana negli adulti. Coloro che hanno poco tempo a causa di impegni lavorativi o famigliari possono dedicarsi a brevi sessioni di esercizi intermittenti ad alto impatto da svolgere a casa o in ufficio.
 

31 maggio 2016
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