Feto quasi soffocato da un tumore. Primo trattamento nella pancia, poi intervento record a soli 10 giorni di vita
Un tumore benigno le stava crescendo attorno al cuore e ai polmoni. L'eccezionale intervento è stato eseguito il 3 novembre al Policlinico di Milano ed è durato circa 2 ore. “Ora la piccola sta bene e potrà condurre una vita normale”.
01 DIC - Un tumore benigno le stava crescendo attorno al cuore e ai polmoni, rischiando di provocare gravi danni. Rimuoverlo richiedeva un delicato intervento, reso ancora più delicato dal fatto che la piccola paziente, quando il problema è stato scoperto, era ancora nella pancia della sua mamma. Oggi la bimba sta bene: a breve lascerà la Fondazione Ca' Granda Policlinico di Milano, dove i medici le hanno asportato con successo il tumore quando aveva appena dieci giorni di vita, e dove ha trascorso alcune settimane di convalescenza. Da oggi la aspetta una vita normale, proprio come tutti gli altri neonati.
L'eccezionale intervento è stato eseguito il 3 novembre al Policlinico da
Ernesto Leva, responsabile della Chirurgia Pediatrica, con la collaborazione di
Giuseppe Pomé, cardiochirurgo pediatrico del Policlinico San Donato. L'intervento è durato circa 2 ore e ha coinvolto in sala operatoria anestesisti, infermieri, neonatologi, cardiologi e radiologi. "In 25 anni di esperienza - spiega Ernesto Leva in una nota del Policlinicp - un caso del genere non mi era mai capitato. Questo intervento ha caratteri di eccezionalità sia per la sua rarità, sia per la necessità di istituire un team multi-specialistico per pianificarlo e gestirlo in tutti i suoi aspetti. Solo un Policlinico Pediatrico vero è in grado di trattare patologie così complesse, dove sono necessarie specifiche conoscenze nel campo della medicina fetale ed una elevatissima competenza dei chirurghi e degli anestesisti. E solo qui alla Fondazione Ca' Granda esistono tutte le competenze per farlo. I livelli di eccellenza per tutte le specialità richieste hanno consentito che questo intervento avesse un buon esito, e questo grazie alla competenza e professionalità di tutta la componente medica e infermieristica".
Nel dettaglio, la piccola era affetta da una massa mediastinica intrapericardica che consisteva in una forma tumorale benigna chiamata 'teratoma a componente mista solida-cistica'. L'intervento di asportazione, spiegano gli esperti, "è da considerarsi risolutivo per la guarigione della piccola".
La presenza di questo tumore era già stata notata quando la bimba si trovava ancora nell'utero: per questo
Nicola Persico, chirurgo fetale del Policlinico, l'aveva trattata con la laser terapia passando proprio attraverso l'utero, all'ottavo mese di gestazione. Questo intervento è servito a 'bloccare' i vasi sanguigni della massa tumorale, e ad evitare che si ingrandisse ulteriormente. Alla nascita, avvenuta il 23 ottobre, ginecologi e neonatologi del Policlinico hanno utilizzato la procedura EXIT: consiste nell'estrarre solo parzialmente il neonato dall'utero durante il parto cesareo e nell'intubarlo, sfruttando il suo legame con la placenta e il cordone ombelicale come una sorta di 'circolazione extracorporea'.
"Riuscire a garantire alla piccola la possibilità di respirare alla nascita, tramite procedura EXIT, non era cosa scontata - spiega
Fabio Mosca, direttore della Neonatologia della Clinica Mangiagalli del Policlinico, dove la piccola Miriam è stata ricoverata - perché la massa sul cuore premeva anche trachea e polmoni, e comprometteva la sua capacità di respirare in modo autonomo; e anche nei giorni successivi è stato necessario dare a Miriam un aiuto per farla respirare senza difficoltà".
Il caso clinico, subito dopo la nascita della piccola, è stato discusso da un team di esperti del Policlinico, che hanno voluto aggiungere alla squadra anche la consulenza del dottor Pomé, esperto di cardiochirurgia neonatale e pediatrica riconosciuto a livello internazionale. "L’intervento di asportazione della massa tumorale è da ritenersi riuscito al 100% - commenta Giuseppe Pomè, cardiochirurgo pediatrico del Policlinico San Donato - dopo l’esito delle analisi istopatologiche sul tessuto rimosso, possiamo dire che l’operazione ha guarito definitivamente la piccola. Il tumore, le cui dimensioni erano più del doppio del volume del suo cuoricino, si situava all’interno del sacco pericardico, che è la membrana chiusa che avvolge il cuore, ostacolando il ritorno del sangue venoso verso le cavità cardiache. L’operazione, che nella mia trentennale esperienza chirurgica mi sono trovato ad affrontare per la prima volta, è consistita nell’apertura del sacco pericardico e nella rimozione totale del tumore dalla superficie cardiaca. Il delicato intervento è stato solo l’atto finale di una storia a lieto fine, reso possibile dalla collaborazione multidisciplinare fra diversi professionisti che da anni collaborano strettamente anche se operano in strutture sanitarie differenti".
01 dicembre 2015
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