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Lombardia. Riforma della sanità. Tanti i nodi ancora da sciogliere. Maroni convoca per domani un tavolo con opposizioni. Ma ripresa dei lavori dovrebbe slittare al 30 

Martedì è arrivato in aula un testo varato da Fabio Rizzi (Lega Nord) e da Angelo Capelli (Ncd), poi integrato con i contributi di Claudio Pedrazzini (Forza Italia). Ma i contenuti possono essere riscritti, anche perchè sono tanti i punti che ancora dividono la maggioranza. In primis l'ipotesi di fusione tra Buzzi e Fatebefratelli e tra Pini e Cto. Ondata di emendamenti e ordini dal giorno da parte di Pd e M5S. 

16 LUG - Sono giorni roventi nell’aula del Consiglio regionale dove, oltre al termometro che sta raggiungendo picchi tropicali, è sbarcata martedì la tanto agognata riforma sanitaria. Si tratta di uno snodo cruciale per la tenuta della maggioranza, attraversata da scricchiolii e tensioni proprio per via di divergenze su alcuni punti fondanti del testo. L’importanza della partita è testimoniata dall’interessamento in prima persona dei leader nazionali Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, impegnati a costruire gli equilibri sul futuro assetto di ospedali e Asl.

La quadratura del cerchio è stata raggiunta, almeno per ora, su un testo varato (tramite emendamenti al vecchio documento della maggioranza) da Fabio Rizzi (Lega Nord) e da Angelo Capelli (Ncd), poi integrato con i contributi di Claudio Pedrazzini (Forza Italia). Ma i contenuti potranno essere riformulati in sede di dibattito, quindi gli scenari restano ancora tutti da decifrare. Intanto Pd e M5S, dall’opposizione, hanno messo in campo tutte le armi di cui dispongono, presentando oltre 16mila tra subemendamenti (2.547) e ordini del giorno (13.573).

La prima seduta, iniziata  martedì in mattinata, si è conclusa ben oltre mezzanotte, fornendo un antipasto ai consiglieri della maratona che li attende nelle prossime settimane, anche alla luce del lievitato numero di ordini del giorno, arrivati a quota 24.190. Immediato l’intervento di Maroni che ieri, per tentare di cristallizzare un quadro sempre più magmatico, ha messo la “fiducia” e cioè si è avvalso della facoltà di imporre il voto palese. Ma ha anche lanciato uno zuccherino alle opposizioni, con cui ha indetto un tavolo di confronto che si riunirà domani. Dalla prossima settima, poi, il Consiglio sarà impegnato a votare il bilancio: probabile, quindi, che si riparta il 30 luglio.

Ci sarà perciò tempo per mediare sui punti che ancora dividono i partiti della maggioranza. L’ipotesi dell’ Agenzia di tutela della salute (Ats), alla base del nuovo sistema, è fortemente caldeggiata da Forza Italia e, in particolare, dall’assessore alla Salute Mario Mantovani, che mette in chiaro: "La proposta di una Agenzia di Tutela della Salute si conferma nella sua efficacia tecnica assolutamente rilevante. L'Ats, con funzioni di programmazione, acquisto e controllo, non avrà più contatti con i cittadini come le attuali Asl, non sarà più quindi un ente di erogazione, ma avrà il compito di regolamentare ed orientare l'attività sanitaria in base alle evidenze scientifiche ed epidemiologiche dei territori affidati. Ats più grandi, con bacini di utenza ampi, avranno maggiori risorse per acquisti e investimenti". L’Agenzia per la promozione del sistema sanitario sarà invece “chiamata ad interagire con le aziende ospedaliere che progressivamente si concentreranno nella gestione della cura ad alta ed altissima intensità”.

In bilico anche la fusione tra Buzzi e Fatebefratelli e tra Pini e Cto, ma soprattutto l’istituzione di un unico assessorato al Welfare che racchiuda deleghe e funzioni sino a oggi spacchettate tra Salute e Famiglia. Punto su cui ha tentato di far chiarezza Maroni: “Soltanto nella fase di attuazione della riforma è prevista l'individuazione del nuovo assessore unico al welfare e fino ad allora io non ne parlo. Adesso voglio concludere la riforma in tempi rapidi e non penso ad altro. Solo quando attueremo la riforma penseremo al nome del nuovo assessore".

Sembra invece orami consolidata la nuova impalcatura organizzativa con la nascita di 22 Aziende socio sanitarie territoriali (Asst) che ingloberanno le strutture ospedaliere. “Saranno le aziende che – ha spiegato Mantovani - quotidianamente si confronteranno con i cittadini e queste sì dovranno essere capillarmente presenti sul territorio, facilitando il rapporto con l'utenza e le amministrazioni e creando le condizioni per quella auspicata integrazione ospedale-territorio".
 
Gennaro Barbieri

16 luglio 2015
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