“Sono convinto che l’Italia possa diventare attrattiva. Il Servizio sanitario nazionale può tornare ad esserlo, non solo prevedendo maggiori riconoscimenti economici e progressioni di carriere - e penso anche ai tanti infermieri che si stanno formando in quest’ateneo - ma anche creando migliori condizioni lavorative. Una sanità che stiamo rivedendo anche nell’ottica di offrire alle nuove leve la possibilità di realizzare le proprie aspirazioni in Italia. Anche perché avremo sempre più bisogno di maggiori profili sanitari nelle strutture territoriali che stiamo realizzando per rispondere ai nuovi bisogni di salute emersi negli ultimi decenni".
È quanto ha affamato il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenendo all’inaugurazione dell’Anno accademico di Humanitas University, oggi a Rozzano (Milano)
“Nel dibattito pubblico – ha detto – si parla spesso della capacità del sistema universitario italiano di formare le migliori menti, ma allo stesso tempo c’è la tendenza a sottolineare le difficoltà, soprattutto in ambito scientifico e sanitario, a trattenere il capitale umano e ad essere attrattivi. Un argomento che è stato spesso trattato come fosse un fenomeno ineludibile e non semplicemente come la conseguenza dell’assenza, per anni, nelle nostre università scientifiche di laboratori dove gli studenti potessero iniziare a fare pratica, penso a un Centro di Simulazione, o alla mancanza di un’integrazione tra università e territorio, per fare alcuni esempi”.
La capacità tutta italiana di essere attrattiva è dimostrata dall’offerta dell’Humanitas: “Quest’istituzione, che conta oltre il 40% di studenti stranieri tra i suoi iscritti dimostra che sappiamo e possiamo essere competitivi, soprattutto se puntiamo lo sguardo verso il futuro e sul mondo. E se si è aperti all’integrazione tra ricerca scientifica e attività clinica, nonché alla contaminazione dei saperi, come avviene nel Roberto Rocca Innovation Building. La parola contaminazione esprime una delle principali caratteristiche di una formazione universitaria veramente al passo con i tempi. Il professionista sanitario del Terzo Millennio deve, infatti, saper governare l’Intelligenza Artificiale e le innovazioni tecnologiche, ma queste abilità devono andare di pari passo con la capacità di tenere alta l’attenzione verso la persona”.