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Violenza contro i sanitari. Bertolaso perde la pazienza: “Governo garantisca sicurezza o chiudiamo pronto soccorso”

L’assessore lombardo: “Superato il limite, garantire incolumità operatori, non possiamo accettare che lavorino con paura aggressioni”

24 LUG -


"Noi oggi abbiamo i medici e gli infermieri che vanno a lavorare con la paura di subire aggressioni. Questo non lo posso accettare, l'ho detto chiaro e tondo a tutti e lo ripeterò. Alla fine, se non ci ascolteranno, chiuderemo i pronto soccorso e manderemo le persone a farsi curare ai commissariati e alle stazioni dei carabinieri". Sono le dure parole dell'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso. "L'Agenzia di controllo" del sistema sociosanitario lombardo "ha fatto un lavoro esemplare per quello che riguarda l'analisi e l'indagine delle violenze e degli abusi nei confronti del nostro personale medico e infermieristico, che è un argomento che ci sta particolarmente a cuore - ha sottolineato al termine di una conferenza stampa di presentazione di due provvedimenti di Giunta in applicazione al Pnrr - La relazione dell'agenzia la sto trasmettendo ai ministri dell'Interno, della Salute, e della Giustizia", ha riferito Bertolaso.

Tutto questo l'assessore lo spiega oggi, dopo essere stato in mattinata in visita al "collega ricoverato al Policlinico di Milano, che ha subito una polifrattura del femore per essere stato aggredito qualche giorno fa da un personaggio su cui non voglio esprimere giudizi", ha ricordato. "Il medico - ha proseguito Bertolaso - cercava di tutelare la madre di questa persona, che era ricoverata dentro il Policlinico. Stamattina quando sono andato a trovarlo non aveva particolari preoccupazioni, ma era rimasto colpito da questa aggressione che non si aspettava. Lui fa parte della direzione della struttura sanitaria del Policlinico, non è un collega ogni giorno in prima linea. Questo è ancora più grave perché se chi sta in prima linea è sempre preoccupato e sa che può accadere qualcosa. Qui stiamo andando oltre, siamo alle aggressioni anche nei reparti. E' stato superato il limite".

"Io sto scrivendo ai ministri e l'ho già detto al ministro della Salute Orazio Schillaci quando ci siamo incontrati la settimana scorsa: questa situazione deve finire - ha incalzato Bertolaso - e a noi non basta che sui nostri 100 pronto soccorso ci sia la metà di queste strutture dove è garantita la presenza di un rappresentante delle forze dell'ordine, soprattutto se questo accade dalla mattina alle 8 fino alle 20".


"Chi lavora nei pronto soccorso oggi in Italia e nel mondo è sicuramente un personaggio particolare - ha proseguito Bertolaso - Deve essere sia innamorato del lavoro che sta facendo forse più di altri, perché deve anche affrontare rischi che altri colleghi non affrontano. Sono persone con una predisposizione al rischio. Questo non significa che dobbiamo abituarli a rischiare. Quando parlo con loro si percepisce preoccupazione e nervosismo, si vede che non lavorano tranquillamente e invece il nostro obiettivo è farli lavorare tranquillamente, perché solo così si può svolgere al meglio il proprio lavoro".

"Che facciamo quindi? O chiudiamo i pronto soccorso, o cerchiamo di migliorare situazione - è la provocazione dell'assessore lombardo - La richiesta al Governo è da un lato di considerare gli ospedali come strutture di assoluta priorità e rilevanza nazionale. Sembra banale, ma se poi si chiede più sicurezza su treni, piazze e nella movida, permetterete che la si chieda anche per chi garantisce la salute e l'assistenza in casi di emergenza". Tra l'altro, ha aggiunto Bertolaso, "non dimentichiamo che i medici che lavorano nel settore ospedaliero sono dei pubblici ufficiali. Se io carabiniere ho il potere di arrestare uno che mi insulta, non vedo perché io medico devo prendere schiaffi o calci e devo pure stare zitto e abbozzare. Questo noi non lo permettiamo".

Da qui le proposte per il Governo: "Se il Governo non è in grado di darci quelle sicurezze che chiediamo - ha detto Bertolaso - ci diano i soldi per assumere vigilantes in numeri sufficienti per garantire sicurezza negli ospedali. Oppure, oggi c'è l'Esercito che presidia i consolati a Milano e le ambasciate a Roma, come tante altre situazioni strategiche. Che ci mettano qualche bel mezzo davanti ai pronto soccorso".

Il deterrente è importante. Se vedete il posto di polizia al Policlinico non lo riconoscete, non c'è segnale né logo. A che serve se non si riconosce? Se non c'è deterrente la struttura è praticamente inutile", ha fatto notare Bertolaso, che ha anche raccontato quello che ha visto oggi andando in visita al medico aggredito: "Il posto di polizia all'ospedale Policlinico, che doveva essere aperto dalle 8, alle 9.30 era ancora deserto. Qua si tratta di capirsi, mettersi d'accordo su chi fa che cosa e quali sono ruoli e responsabilità".

"E' ovvio - ha aggiunto poi a margine della conferenza stampa - che questo problema ci sta particolarmente a cuore. Ormai i numeri del personale medico e sanitario che viene aggredito, insultato e assalito da parte di certi personaggi non solo nei pronto soccorso, ma ora anche nelle corsie degli ospedali, è diventato un numero esagerato. Chiariamo che, se alcuni cittadini vanno in pronto soccorso perché hanno davvero bisogno del servizio e poi devono aspettare ore, questo è estremamente ingiusto. E noi stiamo lavorando per cercare di ridurre al massimo i tempi di attesa. Ma questo non giustifica nessuno per aggressioni o insulti a medici e infermieri che fanno il loro dovere in condizioni spesso di grande disagio e fatica. Noi vogliamo tutelare i nostri medici e infermieri e fare in modo che tutti coloro che hanno bisogno di un pronto soccorso davvero moderno possano essere soddisfatti".



24 luglio 2023
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