“Avevano detto che se avessero vinto le elezioni avrebbero dimezzato le liste d’attesa, ma i dati che abbiamo a disposizione ci dicono il contrario, con situazioni in cui per fare una visita bisogna aspettare 2 anni e anche più“, afferma Vittorio Agnoletto, medico e leader di Medicina Democratica.
La prende più alla larga invece il capogruppo Pd Pierfrancesco Majorino, secondo cui al di là dei problemi specifici la carenza è strutturale. “Solo chi ha si può curare. Questo principio credo sia ingiusto anche per chi se lo può permettere”, afferma. Nel mirino la riforma sanitaria licenziata dalla giunta pochi mesi fa: “O la giunta mette mano alla scrittura radicale della riforma, oppure abbiamo davanti mesi in cui la lotta dell’opposizione si intensificherà dentro e fuori dall’aula”.
Una battaglia paradigmatica quella su un comparto che ‘drena’ l’80% del bilancio regionale e che ha bisogno di tempo e spinta per poter ripartire con efficacia, dopo le lacune emerse in questi ultimi anni. Centro unico di prenotazione (annunciato per gennaio dall’assessore al Welfare Guido Bertolaso durante la scorsa settimana), parità tra pubblico e privato accreditato, soprattutto al livello di diritti, Ats unica e intramoenia accreditata da pagare con ticket. Queste solo alcune delle proposte che accomunano i tre schieramenti di opposizione.
“La sanità è il primo dei temi su cui noi come M5s proseguiremo a dare battaglia nelle aule, anche perché crediamo che con questa dose massiccia di destra che c’è in regione, si possa nuocere maggiormente alla salute dei lombardi come abbiamo visto nel periodo covid e nel periodo che ha visto forti privatizzazioni nei servizi sanitari”, afferma il capogruppo Nicola Di Marco, che non si accontenta degli annunci. “È vergognoso che Bertolaso durante le prime sedute di commissione abbia rimandato tutto all’anno prossimo, questo è un qualcosa che noi ascoltiamo da anni ma non vediamo mai mettere in pratica”.
Sull’assessore attacca anche Agnoletto: “A Bertolaso chiediamo risposte precise e in tempi brevi, altrimenti quello che dice è propaganda, e sulla salute non si fa propaganda. A me sembra molto più capace di gestire i media e le parole (rispetto ai predecessori, ndr) ma al livello di fatti non abbiamo visto nulla di diverso”.