Trapianto di polmone al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, bimbo salvato dalla donazione del padre
5 anni affetto da anemia mediterranea, aveva già ricevuto un trapianto di midollo. Nel caso del polmone non era mai stato fatto in Italia e aveva pochissimi precedenti in Europa, a causa della grande difficoltà tecnica e della rarità di tale situazione. Bertolaso: “Ciascuno di noi è pronto a dare la vita per i propri figli e nipoti e questo è stato un esempio tanto concreto quanto commovente”. Bimbo e padre stanno bene.
28 FEB - “Commovente”. Così l’assessore di Regione Lombardia al Welfare, Guido Bertolaso, definisce il gesto di Ánduel che, a Bergamo, donando parte del polmone al proprio figlio per il trapianto, gli ha salvato la vita.
Il trapianto è stato eseguito il 17 gennaio all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dal professor
Michele Colledan e il piccolo ‘Mario’ (dal nome del personaggio dei videogiochi ‘Super Mario Bros’ di cui è appassionato), 5 anni, esce dall’ospedale il 21 febbraio.
“Lo straordinario trapianto effettuato a Bergamo – continua Bertolaso – non è che l’ultima prova delle capacità della Lombardia, la prima regione in Italia per numero di trapianti eseguiti. Vogliamo fare ancora di più e ancora meglio”.
“Questo intervento eseguito a Bergamo – prosegue l’assessore – ne è la conferma. Ciascuno di noi è pronto a dare la vita per i propri figli e nipoti e questo è stato un esempio tanto concreto quanto commovente. Sapere che adesso giocano e vivono di nuovo insieme è motivo di grande orgoglio, soddisfazione e tranquillità per tutti i lombardi. Noi siamo infatti impegnati affinché la nostra sanità sia sempre migliore e sempre più punto di riferimento a livello europeo”.
La storia di ‘Mario’Anduel è un uomo albanese di 34 anni ed è il papà di ‘Mario’, 5 anni, la moglie
Ornéla ha 35 anni da poco compiuti. Nell’estate 2018 si è trasferita in Italia, insieme al bambino di un anno di età. Pochi mesi dopo il loro arrivo, li ha raggiunti papà Ánduel, dopo aver lasciato il lavoro di ingegnere edile in Albania.
L’anno successivo al loro arrivo in Italia, i genitori portano Mario all’ospedale Meyer di Firenze per alcuni segnali di malessere, tra cui la febbre che non accenna a diminuire. Dopo gli esami, arriva la diagnosi di talassemia o anemia mediterranea, una patologia del sangue. Dopo due anni di trasfusioni di sangue periodiche, l’11 giugno 2021 si rende necessario un trapianto di midollo. Nonostante la buona riuscita del trapianto, proprio questa donazione del midollo dal padre, con conseguente ‘trasferimento’ del sistema immunitario del genitore sul figlio, genera la cosiddetta malattia da trapianto contro l’ospite (Graft versus Host Disease, GvHD), una grave complicanza che si osserva nei pazienti sottoposti a trapianto allogenico.
Una complessa reazione immunitaria, dove le cellule trapiantate provenienti dal donatore ‘attaccano’ gli organi e i tessuti del ricevente, che il nuovo sistema immunitario non riesce a riconoscere come propri. Questa malattia, cui si somma l’effetto dei farmaci utilizzati per il trapianto, danneggia i polmoni al punto che il bambino stava perdendo completamente la capacità di respirare in modo autonomo. Questo danno risulta irreversibile.
Il trapianto è l’unica speranzaPer lui non rimane alcuna speranza di sopravvivere, se non quella di un trapianto di polmoni. Nell’autunno del 2022 gli specialisti dell’ospedale Meyer di Firenze contattano il Papa Giovanni XXIII di Bergamo per valutare ed eventualmente inserire il bambino in lista per il trapianto di polmone.
Arrivo a Bergamo
Il 1° dicembre 2022 la famiglia arriva a Bergamo all’ospedale Papa Giovanni XXIII.
Il bambino si presenta in buone condizioni, ma ha bisogno continuativo di ossigeno ad alti flussi. Il professor Michele Colledan, direttore del Dipartimento di insufficienza d’organo e trapianti e dell’Unità di Chirurgia generale 3 – trapianti addominali, mette in evidenza l’enorme vantaggio rappresentato da un trapianto con un organo donato dal padre, che ha già donato il midollo e quindi trasferito la sua immunità al figlio. Questo avrebbe eliminato il rischio di rigetto.
Nonostante al Papa Giovanni questa strategia sia stata già adottata per il trapianto di fegato, nel caso del polmone tale intervento non era mai stato fatto in Italia e aveva pochissimi precedenti in Europa, a causa della grande difficoltà tecnica e della rarità di tale situazione.
Gli esamiSubito iniziano gli esami preparatori in vista del duplice intervento di prelievo e di trapianto.
La famiglia torna a Bergamo il 16 gennaio. Il trapianto viene eseguito martedì 17 gennaio 2023 in due sale chirurgiche adiacenti, che lavorarono in parallelo. L’intervento è guidato e coordinato da Michele Colledan, che effettua il trapianto sul bambino, mentre Alessandro Lucianetti, direttore della Chirurgia generale 1 – addominale toracica, esegue il prelievo del lobo polmonare destro dal padre donatore.
Le dimissioniLe dimissioni del bambino arrivano martedì 21 febbraio, a poco più di un mese dall’intervento. Mario resterà per qualche tempo a Bergamo per sottoporsi ai controlli post-trapianto. Poi potrà tornare a casa e ricominciare una vita normale. La sola limitazione per il padre riguarda una riduzione del 20% del volume polmonare complessivo.
28 febbraio 2023
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