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Bonus psicologico misura solo emergenziale, serve ben altro

10 FEB -

Gentile Direttore,
con la presente vorrei replicare a quanto richiede il dott. Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, rispetto alla proroga del cosiddetto bonus psicologico. A parere mio tale misura appare solo simbolica rispetto all'obiettivo che si è data, ai limiti del demagogico. Non essendo una misura strutturata e quindi stabilizzata non può essere considerata al di fuori della situazione emergenziale nella quale era nata.

Ben altre, e il Board del Coordinamento dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) di cui faccio parte lo afferma da tempo, devono essere le misure per rispondere ai bisogni di salute mentale dei cittadini. Ricordando soprattutto che la salute mentale non è solo una risposta "psicologica".

Abbiamo asserito più volte, e nel prossimo futuro altre iniziative amplieranno ed approfondiranno la nostra posizione propositiva, che la salute mentale deve essere governata in maniera integrata utilizzando secondo prassi orientate alla evidence based medicine tutte le risorse che i DSM possono mettere in campo: certamente gli psicologi, ma anche gli psichiatri, gli assistenti sociali, i terapisti della riabilitazione psichiatrica, gli infermieri, i neuropsichiatri infantili e così via (mi perdonino le figure non citate).

Solo una visione organizzativa di insieme potrà permettere di rispondere in maniera adeguata e completa ai bisogni di salute mentale dei cittadini. La visione monospecialistica, in questo caso, non è utile se non a relegare i cittadini in categorie: quelli che hanno bisogno dello psicologo, sostenuti da interventi specifici dello Stato, e quelli che invece stanno troppo male e vanno nei servizi di salute mentale (non sostenuti dallo Stato con misure specifiche).

A parere nostro solo una visione coordinata, come quella messa in atto dai DSM, può consentire l'equa ed etica erogazione delle risposte ai singoli problemi. Certamente questa visione si scontra con la dura realtà delle risorse: i DSM sono in ginocchio, la professione di aiuto non è più così attrattiva, la fatica non è commisurata al ritorno economico, e così via.

Noi come Coordinamento ci stiamo muovendo per chiedere sia adeguate risorse che proporre una innovazione organizzativa dei DSM con l'obiettivo di migliorare la risposta ai bisogni di salute mentale della popolazione.

La dispersione di risorse economiche in elargizioni una tantum di "gettoni" è in pieno contrasto con la nostra vision della salute mentale, e impedisce che tali risorse possano invece essere messe a sistema per supportare i DSM, che sono e devono rimanere il fulcro organizzativo delle risposte ai bisogni della cittadinanza.

Federico Durbano

Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze, Azienda Socio-Sanitaria Territoriale Melegnano e della Martesana
Board del Coordinamento Nazionale dei Direttori dei DSM



10 febbraio 2023
© Riproduzione riservata

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