In Lombardia isolato virus da un pipistrello deceduto: ecco gli effetti sull’uomo
Potrebbe causare focolai di malattia nell’uomo. Il virus Issyk-Kul (ISKV), osservato per la prima volta nel 1970 in Kirghizistan, è stato trovato nella Valpredina, in provincia di Bergamo. Moratti. “Risultato di assoluto rilievo scientifico. Senza creare allarmismi e senza ‘demonizzare’ gli animali, le dinamiche degli ultimi anni impongono un’attenzione particolare sulla fauna selvatica”.
28 OTT - È stato isolato, per la prima volta in Italia, il virus Issyk-Kul (ISKV) da un pipistrello. L’isolamento è stato eseguito su un esemplare deceduto spontaneamente presso il Cras Wwf della Valpredina, in provincia di Bergamo, e analizzato dall’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna (Izsler) all’interno delle indagini di sorveglianza passiva sui pipistrelli previste appunto dal ‘Piano Fauna Selvatica‘ della Regione Lombardia. Il virus è stato isolato da un pipistrello appartenente ad una specie (Hypsugo savii) sedentaria e molto diffusa nelle aree urbane, che utilizza gli edifici come siti di rifugio suggerendo possibili implicazioni per la salute pubblica.
Allo stato attuale si sa ancora poco su questo virus anche se è descritto come causa di possibili focolai di malattia nell’uomo caratterizzati da febbre, mal di testa, mialgia, e nausea con tempi di convalescenza anche di alcune settimane. È infatti un dato da tempo ormai acclarato che le malattie trasmissibili all’uomo di origine animale (c.d. zoonosi) originate dalla fauna selvatica possono rappresentare una minaccia per la salute umana.
L’assessore al Welfare lombardo
Letizia Moratti lo definisce “un risultato di assoluto rilievo scientifico che testimonia la bontà del piano regionale di monitoraggio della fauna selvatica e del lavoro che quotidianamente viene portato avanti dall’Izsler, dall’Unità organizzativa veterinaria del Welfare e dai Centri di recupero animali selvatici (Cras)”. Insomma, “senza creare allarmismi e senza ‘demonizzare’ gli animali, le dinamiche degli ultimi anni impongono un’attenzione particolare sulla fauna selvatica per evidenziare precocemente possibili fattori di rischio per la salute e il possibile veicolarsi del virus”, sottolinea Moratti.
Il problema degli animali selvaticiD’altronde, come fanno sapere da Palazzo Lombardia, negli ultimi venti anni sul territorio, come in tutta Italia, si è assistito “a un continuo ed esponenziale aumento delle popolazioni di animali selvatici“, sia per consistenza numerica sia per distribuzione geografica, “raggiungendo livelli tali da rappresentare un’entità non più trascurabile in termini di potenziali fattori di rischio sanitario per gli animali domestici e per l’uomo“. Di conseguenza, dal 2012 la Regione Lombardia è dotata di un piano ad hoc che ha lo scopo di monitorare non solo un gruppo determinato di patologie e relative specie nelle quali ne è nota la possibile presenza, “ma più in generale anche eventuali fenomeni di spillover nella fauna selvatica”.
Le ricerche sul virusAd oggi l’Izsler ha registrato una sola positività e sono in coso ulteriori indagini volte a definire la diffusione, distribuzione ed ecologia di questo virus, che permetterà anche di acquisire informazioni utili a definire la prevalenza/incidenza di ISKV per meglio capire se esiste un eventuale rischio di trasmissione e diffusione agli animali e all’uomo. Di tale isolamento è già stato informato l’Istituto superiore di Sanità, il ministero della Salute e il 9 novembre è prevista la comunicazione dell’isolamento, da parte di Izsler, attraverso il sistema Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) dei rischi emergenti.
Cosa sappiamo del Virus Iskv
Il virus Issyk-Kul (ISKV), è stato isolato per la prima volta nel 1970 da un pipistrello Nyctalus noctula campionato nei dintorni del lago Issyk-Kul, in Kirghizistan. ISKV è stato successivamente rilevato nei Paesi vicini dell’Asia centrale (Tagikistan e Kazakistan) in diverse specie di pipistrelli e zecche, che si presume siano entrambi serbatoi di ISKV con trasmissione all’uomo associata alle punture di zecca ed esposizione a feci e urina di pipistrello.
Dal punto di vista tassonomico, l’ISKV appartiene alla famiglia dei Nairoviridae, genere orthonairovirus che comprende 41 specie tra cui il virus della febbre emorragica Congo-Crimea (CCHFV). La maggior parte dei membri del genere sono virus trasmessi dalle zecche che possono infettare gli esseri umani ed altri ospiti vertebrati. Gli orthonairovirus sono virus sferici dotati di envelope con un diametro compreso tra 80 e 120 nm. Hanno un genoma ad RNA segmentato a singolo filamento di circa 18,8 Kb di lunghezza costituito da tre segmenti S (small), M (medium), L (large).
Allo stato attuale si sa ancora poco su questo agente patogeno-infettivo. Ci sono solo poche segnalazioni risalenti agli anni 70-80 in lingua russa. Recentemente porzioni del genoma di ISKV sono state rilevate in Germania in pipistrelli della specie Eptesicus nilssonii. “Come detto non c’è nessun allarmismo, ma va evidenziato, come accaduto in altre recenti occasioni, l’attento e puntuale lavoro che viene portato avanti dai nostri operatori – conclude Moratti – anche perché individuare tempestivamente la comparsa del virus e contrastarne efficacemente la diffusione rappresenta una priorità per la salute pubblica”.
28 ottobre 2022
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