Allo Stato non è mai interessato munirsi di una Medicina del Territorio efficiente ed efficace
di Enzo Bozza
15 NOV -
Gentile Direttore,
mi vegono in mente tre figure sfortunate: Gianbattista Vico con i suoi corsi e ricorsi storici perché dalla Storia non si impara e morto in povertà assoluta in un vicolo di San Gregorio Armeno a Napoli e Joe Rambo, il veterano del Vietnam che deve combattere con un sceriffo ottuso in una democraticissima e bacchettona America che insegna la Libertà a colpi di fucile.
La terza figura sfortunata è quella del medico di base, veterano di una guerra recente contro un virus e per la quale è passato dalle stelle alle stalle in meno di diciotto mesi. Da eroe senza mascherina a veterano senza mutande. Il re è nudo, viva il Re. Si cerca in questi giorni di rinnovare il suo contratto di lavoro quel ACN che regolamenta i suoi compiti e il suo compenso.
I Sindacati si indignano e prendono il caffè con Don Raffae’ nel carcere d’oro cantato da De Andrè. Asservimento e indignazione, di fatto il medico di base rimane quello che è sempre stato: un medico condotto senza né arte né parte. Quel Guido Tersilli impersonato da Alberto Sordi nel celeberrimo “Medico della Mutua”.
E’ nel destino dei Veterani diventare alcolizzati e psicolabili e infatti, prima che ciò avvenga, molti colleghi scappano via in cerca di pensione, piuttosto che continuare come zimbelli dello Stato e di una utenza che non sa bene nemmeno a cosa serva un medico di base. Non solo lo Stato si è reso responsabile della più nefanda chiusura delle Università facendo della Facoltà di Medicina un Club di pochi eletti ma continua a vessare i pochi veterani della più grande battaglia mai combattuta con trattamenti da Sherpa per poi gridare all’emergenza (la solita) ricorrendo a misure straordinarie come strizzare l’occhio al privato che attende appollaiato sui fili del telefono con l’occhio acuto del Condor.
La Medicina del Territorio è la più grande risorsa del Servizio Sanitario Nazionale. Questa ipocrita corbelleria possiamo inciderla sulla Lapide del prossimo e imminente funerale della Medicina di Base, ipocrita come tutte le lapidi e definitiva come la morte del caro estinto che non si è mai filato nessuno.
Allo Stato non è mai interessato munirsi di una Medicina del Territorio efficiente ed efficace, da perfetto ignorante del tema della tutela della salute ha sempre diviso la medicina in due squadre: quella ospedaliera di serie A e quella degli Sherpa del territorio, di serie B. Per poi meravigliarsi di quanta gente affolla i pronto soccorso di codici bianchi e proseguendo nella più becera ignoranza, decide di rafforzare l’Ospedale, anziché armare meglio i soldati in trincea. Stato e Sindacati, ci vogliono ancora medici condotti con le pezze al sedere, come siamo da più di 40 anni con tutta l’ipocrita prosopopea dei centri di potere per quali i servizi si misurano a chilo e mai in qualità.
Risalta la verità becera e tristissima: allo Stato conviene fiscalmente che il medico di base rimanga libero professionista: tasse tante, spese zero per lo Stato. Qualsiasi medicina si faccia sul territorio, non interessa a nessuno, fino a quando i malati non arrivano in ospedale. E se non arrivano, pazienza: i funerali sono a carico dei parenti. Al massimo, faranno ricorso…
Enzo Bozza
Medico di base
Vodo di Cadore
15 novembre 2021
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