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Fine vita, autonomia decisonale del paziente e pandemia. L’impegno della Siaarti continua

di Luigi Riccioni

15 OTT - Gentile Direttore,
nei venti mesi di pandemia gli anestesisti-rianimatori hanno sviluppato una riflessione bioetica confrontandosi con numerose realtà, arrivando nel gennaio di quest'anno a produrre un Documento firmato dalla Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva-SIAARTI in collaborazione con la Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni-SIMLA - "Decisioni per le cure intensive in caso di sproporzione tra necessità assistenziali e risorse disponibili in corso di pandemia di COVID-19"- che è stato pubblicato sul portale dell'Istituto Superiore di Sanità.
 
Obiettivo generale del Documento è stato quello di offrire ai professionisti sanitari uno strumento idoneo a rispondere in modo appropriato alla pandemia di COVID-19, nel caso in cui si verificasse uno squilibrio tra domanda di assistenza sanitaria e risorse disponibili, con particolare riferimento alle cure intensive.
 
In particolare in questo Documento abbiamo voluto declinare i criteri etici e clinici per il triage in terapia intensiva: i trattamenti di supporto vitale devono essere assicurati al maggior numero possibile di pazienti che ne possano trarre benefici; i criteri cronologici di accesso o casuali non possono essere eticamente condivisibili; l'età non è un criterio, ma va considerata nel contesto della valutazione clinica globale della persona malata.
 
Il documento SIAARTI-SIMLA è ora anche al centro di una delle sessioni più importanti del nostro 75° Congresso nazionale in corso a Roma a dimostrazione dell'attenzione che la nostra Società scientifica continua ad offrire al tema del delicato rapporto tra garanzia di cure e risorse disponibili, anche in un periodo in cui la pandemia sembra essere meno preoccupante.
 
Nel corso della pandemia, infatti, il rischio di ritrovarci nell’impossibilità di garantire i trattamenti intensivi a tutte le persone malate per cui fossero indicati ha rappresentato una situazione inedita per l’Italia e tutto il mondo occidentale. I criteri per stabilire a chi dare la precedenza all’accesso alla Terapia Intensiva hanno avuto enorme risalto a livello mediatico provocando accesi dibattiti. Per l’interesse che continua a destare, questo tema non poteva non essere inserito nel programma del Congresso.
 
Sul piano etico credo che molti di noi abbiano riscoperto il significato più profondo della relazione di cura, recuperando il valore del rapporto con la persona malata e i suoi familiari. Paradossalmente l’isolamento dei pazienti ci ha portato ad aumentare la nostra attenzione alle loro esigenze, alla gestione della comunicazione ed all’umanizzazione delle cure. Siamo stati costretti ad imparare rapidamente, infine, che solo con una organizzazione ottimale ed un rigoroso rispetto delle regole potevamo limitare al massimo i rischi di contagio sia per i pazienti che per noi e le nostre famiglie. Devo sottolineare che abbiamo migliorato sensibilmente il gioco di squadra.
 
Ritengo infine che nell’ultimo decennio siano stati fatti passi da gigante in particolare sui temi del fine vita e del rispetto dell’autonomia decisionale del paziente. Il dialogo tra gli anestesisti-rianimatori della SIAARTI con i colleghi di altre specialità si è tradotto nel documento intersocietario sulle insufficienze croniche d’organo in fase end-stage (datato 2013), il documento con la SIC sul paziente chirurgico anziano con gravi comorbilità (uscito nel 2019), il documento congiunto realizzato con FNOMCEO (2020) e il documento con la SIMLA (2021) sulle situazioni di sproporzione tra necessità assistenziali e risorse disponibili in corso di pandemia. Stiamo inoltre dialogando attivamente con l’area oncologica: crediamo che queste collaborazioni vadano nella giusta direzione.
 
Luigi Riccioni
Tra i coordinatori del Documento e Responsabile Comitato Etico SIAARTI


15 ottobre 2021
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