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Minori disabili, se la politica se ne dimentica

di Gregorio Mammì

09 GIU - Gentile Direttore,
sull’Assistenza domiciliare integrata per le famiglie con minori disabili abbiamo un problema da affrontare con delle azioni concrete. Interventi immediati da una parte e di lungo periodo dall’altra, perché l’emergenza causata dalla Sars-Cov-2 ha evidenziato i limiti di un settore già sempre al limite delle proprie possibilità già in tempi normali. Oggi è diventato una vera emergenza. Perché mancano le risorse adeguate: non ci sono fondi dedicati ai minori, né abbastanza professionisti dedicati all’assistenza domiciliare. L’immediata conseguenza è che centinaia di famiglie sono state abbondonate a loro stesse.

Allora come amministratori pubblici abbiamo il compito di agire subito. Innanzitutto destinando una parte dei budget disponibili all’Assistenza domiciliare integrata per famiglie con minori disabili, in modo da avere subito uno strumento per affrontare nel breve periodo questa prepotente urgenza. Gli erogatori, infatti, vengono accreditati “genericamente” per poter effettuare l’assistenza domiciliare integrata ma in pochissimi si occupano di bambini con disabilità dedicandosi, nella maggior parte dei casi, all’assistenza per gli anziani.

In secondo luogo l’operazione di lungo periodo è necessario coinvolgere altre professionalità del mondo sociosanitario nei percorsi di A.d.i. Questo ambizioso obiettivo si potrebbe raggiungere organizzando percorsi di formazione specialistica per gli operatori socio-sanitari (O.S.S.), al fine di pianificare un inserimento dei medesimi all’interno del percorso di assistenza domiciliare integrata, nel rispetto dell’Accordo del 16 gennaio 2003 tra Ministero della Salute e Ministero del Lavoro.

Ma dobbiamo agire subito: la gravità della situazione è stata di recente evidenziata anche dalla Fondazione Maddalena Grassi di Milano, impegnata prevalentemente nell’assistenza ai minori con forme di disabilità grave e gravissima, in una lettera inviata il 27 aprile scorso all'Agenzia di Tutela della Salute (ATS) di Milano. È necessario programmare un futuro migliore ora che ne abbiamo la possibilità, un futuro in cui le famiglie con i minori più fragili non siano più abbandonate perché non c’è qualcuno pronto a tendere la mano. Dobbiamo formare persone affinché siano in grado di aiutare i più deboli, altrimenti ci focalizziamo solo sulla discussione per i tamponi e i vaccini mentre siamo sotto l’ombrellone. Ma la vera urgenza è quella di chi non può andare da nessuna parte, magari nemmeno a lavorare, perché gli amministratori pubblici preferiscono occuparsi di quante responsabilità abbia un sindaco o un altro eletto. Dobbiamo allora occuparci di questo tema, perché non è più rimandabile.

Ho provato a proporre più volte queste tematiche all’interno della commissione sanità, ricevendo da parte della direzione generale tanti impegni che però non si sono mai concretizzati in atti. Pertanto ho deciso di sottoporre al Consiglio Regionale una mozione urgente, poiché questo tema rappresenta oggi un’emergenza. Purtroppo il Consiglio Regionale, chiamato ad esprimersi sull’urgenza, non ha ritenuto necessario affrontare la discussione impedendo un democratico confronto. Speravo che la pandemia da Covid-19 avesse aiutato la Politica a rivedere il proprio ordine di priorità ma purtroppo, ancora una volta, mi sono dovuto ricredere: la maggioranza ha vergognosamente deciso di non affrontare il problema.

Gregorio Mammì
Consigliere regionale Movimento 5 Stelle Lombardia


09 giugno 2021
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